Natale 2024, prezzi alle stelle: dai panettoni ai torroni
Panettoni, pandori e torroni diventano cibi di lusso: ecco qual è il dolce che costa di più a Natale 2024.
Natale, quanto mi costi: è proprio il caso di dirlo, specialmente nel 2024. Tralasciando le spese legate a regali, parrucchiere e chi più ne ha ne metta, gli italiani dovranno fare i conti anche con i prezzi alle stelle dei dolci natalizi. Dai panettoni ai torroni, passando per i pandori: dal periodo pre pandemia a oggi non erano mai stati così cari. Non stupisce, quindi, che il Codacons abbia deciso di fare un’indagine, stilando la classifica dei prodotti più costosi delle feste. Vediamo quanto sono aumentati e qual è la differenza tra le produzioni artigianali e industriali.
- Panettone, artigianale Vs industriale: i prezzi
- Pandori: quelli più cari sono al cioccolato
- Il cioccolato batte panettoni e pandori
- Panettoni, pandoro e cioccolato: il Natale 2024 sarà amaro
Panettone, artigianale Vs industriale: i prezzi
L’inflazione ha toccato picchi che non si registravano da decenni. Questa tendenza all’aumento, purtroppo, si registrerà anche a Natale 2024, specialmente per quanto riguarda il settore alimentare. Nel periodo delle feste, non c’è casa senza panettone ed è proprio questo uno dei prodotti più cari. Attenzione, però, perché secondo un’indagine del Codacons in cima alla classifica c’è un altro dolce natalizio.
Il rincaro interessa sia i panettoni artigianali che quelli industriali, ma su questi ultimi si nota meno. Parliamo, infatti, di un prezzo più alto di 1 o 2 euro rispetto al 2023, contro una maggiorazione per i panettoni artigianali che può superare anche i 10 euro. Ovviamente, non possiamo assolutamente paragonare i due prodotti, differenti per svariati motivi: dalle materie prime alla ricetta, passando per la lavorazione e il gusto.
A Natale 2024, i panettoni artigianali classici, quindi con canditi e uvetta nel formato da un chilo, superano tranquillamente i 35/40 euro, arrivando perfino a 60 euro. Nel 2020, giusto per intenderci, il costo era di 25/27 euro. Se quest’anno desiderate acquistare un dolce natalizio "firmato" dovete mettere in conto: 46 euro per Iginio Massari, 48 euro per Antonino Cannavacciuolo, 40 euro per Ernst Knam, 44 euro per Carlo Cracco, 45 euro per Damiano Carrara, 50 euro per Andrea Tortora e 55 euro per Niko Romito. I prodotti industriali sono molto più economici: vanno dai 5 ai 14 euro, ma si possono trovare anche offerte low cost a 3,50 euro.
Pandori: quelli più cari sono al cioccolato
Non restano fuori dai rincari neanche i pandori. Ovviamente, anche in questo caso bisogna fare una distinzione tra prodotti industriali e artigianali. Prima di vedere come sono aumentati i prezzi, una precisazione è d’obbligo. Parliamo di un dolce natalizio che, per molti, è considerato più semplice e povero del panettone, ma la realtà è ben diversa. I maestri pasticceri, infatti, ci tengono a sottolineare che entrambi i prodotti necessitano di una lunga lievitazione, nonché di una lavorazione tutt’altro che semplice. Inoltre, mentre l’impasto del panettone si può declinare in altre versioni – cioccolato, creme, etc – quello del pandoro si utilizza solo per il pandoro.
Pertanto, se fino a oggi avete trattato il pandoro come una specie di cugino sfortunato del panettone, sappiate che avete commesso un grande errore. Tornando ai rincari, a essere aumentati sono soprattutto i prodotti farciti, ripieni o glassati con il cioccolato. Parliamo di una maggiorazione del 12,5% rispetto al 2023 (+4% per il pandoro tradizionale). Anche in questo caso, i prezzi dei pandori artigianali sono diversi rispetto a quelli industriali. Questi ultimi, in base alla marca che si sceglie, si attestano tra i 7 e i 14 euro.
Per quanto riguarda i pandori ‘"firmati", il costo per il formato da 1 chilo parte da un minimo di 35 euro, ma così come i panettoni possono tranquillamente superare i 60 euro. Quelli più gettonati, neanche a dirlo, provengono dalle cucine di chef affermati come: Niko Romito, Andrea Tortora, Iginio Massari, Antonino Cannavacciuolo, Ernst Knam e Carlo Cracco.
Il cioccolato batte panettoni e pandori
Nel marasma dei rincari del Natale 2024, a trionfare – si fa per dire – è il cioccolato. I prezzi più alti sono registrati dai torroni, con maggiorazioni fino al 53%. Il motivo è semplice: il cacao ha raggiunto costi stellari (la scorsa primavera si attestava intorno ai 12mila dollari la tonnellata). Questa situazione è causata da un lato dal riscaldamento globale che si abbatte anche sulle coltivazioni, dall’altro dalla richiesta crescente del cacao che non fa altro che farne lievitare il prezzo.
Secondo un’indagine del Codacons, rispetto al 2023 il costo del cioccolato è aumentato più del doppio, precisamente +107%. Il Coordinamento delle associazioni per la difesa dell’ambiente e dei diritti degli utenti e dei consumatori ha sottolineato che, in media, i listini delle grandi marche sono cresciuti del 30%.
Panettoni, pandoro e cioccolato: il Natale 2024 sarà amaro
Il mercato di panettoni e pandori vale circa 700 milioni di euro, per quasi 100.000 tonnellate di dolci natalizi all’anno. Questi numeri riguardano soltanto le grandi aziende dolciarie, che hanno ritmi produttivi che non possono essere assolutamente paragonati a quelli del mercato artigianale. Tutti i produttori, però, hanno dovuto fare i conti con l’aumento delle materie prime utili alla preparazione dei dolci lievitati, con o senza cacao. Pensiamo, ad esempio, allo zucchero, alle uova e all’uvetta. Sono tre ingredienti necessari per la produzione del panettone, che i pasticceri si sono dovuti procurare a prescindere dai costi.
Lo zucchero, la cui produzione è energivora, è aumentato a causa del costo dell’elettricità; le uova sono più care per colpa dell’influenza aviaria; l’uvetta, infine, risente delle turbolenze geopolitiche relative alla Turchia. Il tutto si traduce in aumento del costo della vita per tutti, dal produttore al consumatore. Una riflessione è d’obbligo: le spese aumentano, le tasse pure, ma gli stipendi e le pensioni degli italiani no. Ergo, per gran parte dei cittadini sarà un Natale amaro, amarissimo, che forse neanche le tredicesime – per coloro che hanno la fortuna di percepirle – riusciranno ad addolcire.