I falsi miti da sfatare sul colesterolo
Il colesterolo dipende solo dalla dieta? Le uova lo fanno aumentare? Le donne corrono meno rischi? Scopri la verità su 5 credenze sbagliate.
Il colesterolo è un grasso a due facce: prodotto dal fegato, da un lato è importante per l’organismo perché è presente in tutte le cellule, è necessario per la sintesi di alcuni ormoni e fondamentale per la produzione della vitamina D, dall’altro, in quantità eccessive, può essere molto dannoso, soprattutto per la salute del cuore. Per questo motivo tenere sotto controllo i suoi valori nel sangue è un impegno a cui tutti dovremmo prestare attenzione ogni giorno e che, prima di tutto, passa attraverso la consapevolezza di cos’è il colesterolo e quali sono i livelli considerati corretti, le persone più a rischio e i comportamenti per mantenerlo nella norma. Aspetti intorno ai quali circola qualche falso mito di troppo, che certamente non aiuta a orientarsi. Ecco 5 false credenze da sfatare per proteggersi nel modo giusto dai rischi del’ipercolesterolemia.
Colesterolo: dipende solo dalla dieta
Il colesterolo presente nel sangue è in parte endogeno, ovvero prodotto dall’organismo, e in parte esogeno, cioè assunto dall’esterno attraverso gli alimenti: mentre il primo impatta per il 70-80% sulla colesterolemia, il secondo contribuisce in modo piuttosto modesto a determinare i valori plasmatici del colesterolo. Esiste, per esempio, un’ipercolesterolemia familiare, ovvero una forma di dislipidemia ereditaria caratterizzata fin dalla nascita da livelli molto elevati di colesterolo LDL – il cosiddetto "colesterolo cattivo" che tende a depositarsi sulle pareti delle arterie -, che quindi non dipendono da ciò che la persona mangia.
Questo, naturalmente, non significa negare il ruolo che una dieta equilibrata gioca nel mantenere sotto controllo i valori del colesterolo nel sangue: secondo l’ISS (Istituto Superiore di Sanità), infatti, un’alimentazione sana può favorire una riduzione dei livelli di questo grasso compresa tra il 5% e il 10%. È importante, in particolare, limitare il consumo di grassi, privilegiare quelli polinsaturi (come gli omega 3, che per esempio sono contenuti nel pesce azzurro e nelle noci) e monoinsaturi (principali componenti dell’olio di oliva) e ridurre l’assunzione dei grassi saturi, presenti soprattutto nelle carni rosse, negli insaccati e nei formaggi, specie se stagionati.
I grassi polinsaturi e monoinsaturi, infatti, svolgono un’azione positiva perché tendono ad abbassare i livelli di colesterolo LDL, mentre i grassi saturi aumentano i valori del colesterolo LDL e diminuiscono quelli di HDL, ovvero di lipoproteine ad alta densità che rimuovono il colesterolo in eccesso dai diversi tessuti e lo trasportano nuovamente al fegato, che poi lo elimina.
Oltre a curare l’alimentazione, è importante anche correggere le cattive abitudini che aumentano i fattori di rischio per l’ipercolesterolemia, ovvero non fumare, condurre una vita attiva, controllare il peso, perché fumo, sedentarietà, sovrappeso e obesità possono favorire l’aumento e l’accumulo del colesterolo nelle arterie sotto forma di placche e avere conseguenze negative sulla salute del cuore.
Insomma, l’alimentazione ha sicuramente un impatto relativo e non esclusivo sui livelli del colesterolo ma il suo contributo è comunque significativo, quindi fare attenzione a mangiare in modo equilibrato e corretto gioca un ruolo cruciale per prevenire e combattere l’ipercolesterolemia.
Le uova fanno venire il colesterolo alto
Tra i principali alimenti al banco degli imputati per la loro presunta responsabilità nel far aumentare il colesterolo ci sono le uova. Cosa c’è di vero? Le uova sono, effettivamente, molto ricche di colesterolo: 100 grammi ne apportano 350 g, quindi un uovo medio (50-60 grammi) ne contiene circa 200 g. Mediamente, dunque, un uovo può arrivare ad apportare da solo circa l’80% della quantità totale di colesterolo che andrebbe assunta quotidianamente con la dieta: le principali linee guida nutrizionali, infatti, raccomandano di non superare i 300 g di colesterolo al giorno. Per questo motivo, le uova sono state a lungo demonizzate, soprattutto per il timore che, essendo molto ricche di colesterolo, potessero comportare un aumento del rischio cardiovascolare se mangiate in eccesso.
Come riporta IEO (Istituto Europeo di Oncologia), la letteratura scientifica ha tuttavia dimostrato che consumare fino a un uovo al giorno, nelle persone sane, non fa aumentare la probabilità di soffrire di malattie cardiache, mentre a chi già soffre di patologie cardiovascolari e diabete è raccomandata qualche cautela in più. Nel complesso, comunque, una dieta equilibrata può tranquillamente prevedere il consumo di uova – fino a un massimo di 4 alla settimana – senza preoccupazioni per gli effetti che questi alimenti potrebbero avere sui livelli di colesterolo nel sangue. Ora che ti abbiamo tranquillizzato, prova i nostri 11 modi per cucinare le uova!
Il colesterolo alto è un problema solo per gli anziani
È un errore pensare che il colesterolo alto rappresenti un potenziale pericolo solo in età avanzata. L’aterosclerosi, infatti, una condizione caratterizzata da un’alterazione delle pareti delle arterie che può ostacolare il corretto flusso sanguigno e portare a problematiche cardiovascolari come infarto e ictus, per quanto spesso associata all’invecchiamento può presentarsi anche in età giovanile, proprio come conseguenza di un eccesso di colesterolo nel sangue e di altri fattori di rischio, come il fumo, l’ipertensione e il diabete. Si tratta di una problematica progressiva, quindi i depositi di colesterolo che iniziano ad accumularsi fin dalla giovinezza, anche quando non causano sintomi o disturbi possono gettare le basi per patologie gravi in età adulta e avanzata. Per questo motivo, tenere sotto controllo i livelli di colesterolo nel sangue non deve essere considerato un obiettivo solo per le persone già negli "anta" o anziane, ma per tutti.
Le donne sono per natura protette
In età fertile, gli estrogeni, ovvero gli ormoni sessuali femminili, contribuiscono a mantenere nella norma i livelli di colesterolo nel sangue, quindi le donne hanno uno scudo naturale che le aiuta a proteggersi dall’ipercolesterolemia e dalle sue conseguenze, soprattutto sul cuore. L’arrivo della menopausa, tuttavia, segna un’inversione di tendenza, perché il calo degli estrogeni fa venire meno questa azione protettiva, motivo per cui, mentre fino a quel momento le donne hanno un rischio cardiovascolare più basso degli uomini, poi diventano altrettanto vulnerabili. Per questa ragione, dopo la menopausa è raccomandata un’attenzione ancora più marcata nei confronti dell’alimentazione e dei valori del colesterolo, oltre ad essere consigliati controlli cardiologici regolari.
Colesterolo: i valori corretti sono gli stessi per tutti
Non esistono valori di colesterolo che possono essere considerati universalmente adeguati. Ci sono, certamente, delle indicazioni di massima sui livelli "desiderabili" per la buona salute del cuore e di tutto l’organismo, che come ricorda l’istituto Superiore di Sanità (ISS) sono i seguenti:
- colesterolo totale: non superiore a 200 mg/dl;
- colesterolo-LDL: non superiore a 100 mg/dl;
- colesterolo-HDL: uguale o superiore a 50 mg/dl.
Tuttavia, i valori ottimali del colesterolo possono variare a seconda del rischio cardio e cerebrovascolare della persona: più il rischio è alto, più sarà importante tenere bassi i livelli del colesterolo, in particolare di quello LDL. Può essere il caso di chi soffre di una malattia cardiaca, di chi ha avuto un infarto o un ictus, di chi è iperteso o ha il diabete: in queste situazioni, l’impegno per mantenere sotto controllo la colesterolemia dovrà essere ancora più forte. È consigliabile consultarsi con il medico, che conoscendo il quadro clinico dell’assistito saprà valutare l’adeguatezza dei valori del colesterolo e le eventuali misure per abbassarli, se necessario.