La carne sintetica sarà il cibo del futuro
Toglieteci tutto ma non l'idea di mangiare carne, anche se sintetica! Uno studio stima che nel 2030 il suo valore di mercato si aggirerà intorno ai 25 miliardi: scopriamo i pro e i contro nel consumare fake meat.
Sette anni fa il primo hamburger sintetico prodotto con cellule staminali presso l’Università di Maastricht. Dallo scorso dicembre dei nuggets di pollo coltivate in vitro sono, invece, in carta in un ristorante di Singapore. Un mercato in continuo fermento quello della fake meat che, non solo potrebbe generazione nuovi posti di lavoro, ma secondo una dettagliata analisi entro il 2030 sarà un business da capogiro, 25 miliardi di dollari.
Ma che cos’è la carne sintetica?
Nella sua produzione vengono impiegate tecniche bioingegneristiche prelevando campioni di cellule animali, estratte da tessuto muscolare, che vengono coltivate in laboratorio in un ambiente controllato. Nota come una delle alternative del plat-based, questa pratica di replicare abbastanza fedelmente l’aspetto, l’odore e il sapore della "vera carne" risparmiando altresì l’uccisione della bestia. Altro vantaggio da non sottovalutare, il minor impatto ambientale che genera dieci volte meno emissioni della carne rossa. Sebbene in generale sia aumentata la tendenza verso un regime alimentare esclusivamente a base di vegetali, la rinuncia alla carne è molto graduale anche in un’ottica di sostenibilità. L’aspetto salutare non è da meno. Produrre carne in vitro esclude il proliferarsi di sostanze tossiche che sono figlie di una standardizzazione industriale, pesticidi e ormoni della crescita compresi.
Come contro, i costi di produzione. Nel 2013 per realizzare il primo hamburger sintetico ci vollero 300 mila dollari, delle polpette sono arrivate intorno ai 44 mila dollari e ci sono stime rassicuranti che prevedono di produrre 160 grammi di petto di pollo con soli 16 dollari.
Secondo Bill Gates i Paesi ricchi dovrebbero consumare sempre questo tipo di "carne coltivata" e a sentir lui non è così difficile abituarsi al suo gusto risultando nel tempo molto appetitosa. E non è il solo "famoso" favore a questo consumo. Leonardo Di Caprio, ad esempio, per combattere la crisi climatica ha convertito le proprie abitudini alimentari investendo nel mercato della carne sintetica a supporto delle tesi della Fao che hanno previsto un calo dal 70% al 40% del consumo di carne entro il 2050.
Ma davvero il sapore e l’odoro dei fake burger o future burger potrà eguagliare quello della carne vera? Cosa ne sarà delle polpette al sugo della nonna, delle cotolette panate o dell’arrosto della domenica?