Intolleranza al lattosio: cause e alimentazione corretta
E' inutile piangere sul latte versato, basta saper riconoscere gli alimenti troppo ricchi di lattosio e seguire un’alimentazioni specifici per evitarne i sintomi.
L’intolleranza al lattosio è una condizione para-fisiologica che colpisce una larga fetta della popolazione mondiale. La condizione non ha una cura attualmente, ma si possono attenuare i sintomi attraverso l’utilizzo di integratori a base di enzima lattasi, ma soprattutto prevedendo uno schema alimentare privo di alimenti che contengano questo zucchero del latte. Attraverso questa strategia dietetica, il paziente riesce a tenere sotto controllo la patologia e i suoi sintomi. Scopriamo le basi biologiche dell’intolleranza al lattosio e quali alimenti è bene evitare.
Cos’è l’intolleranza al lattosio?
L’intolleranza al lattosio, come suggerisce il termine stesso, prevede una digestione non idonea dello zucchero contenuto nel latte. Il lattosio è un disaccaride composto da glucosio e galattosio, che per essere assorbito a livello intestinale, ha bisogno dell’azione di enzimi chiamati lattasi. Questi enzimi hanno la funzione di rompere il legame che tiene insieme questi due zuccheri di base (glucosio e galattosio) e che forma il lattosio. Solo in questo modo, i villi intestinali potranno assorbire le unità di base del lattosio e sottrarlo dal lume intestinale. Quando però questi enzimi sono pochi o addirittura assenti, il lattosio non viene digerito e rimane inalterato all’interno del lume intestinale. Qui, provoca reazioni di fermentazione che conducono ai sintomi tipici dell’intolleranza al lattosio:
- crampi;
- mal di pancia;
- gonfiore addominale e flatulenze;
- diarrea;
- altri sintomi gastro-intestinali.
Non tutte le persone hanno la medesima sintomatologia che può essere più o meno intensa. Alcuni individui intolleranti riescono a digerire anche modeste quantità di lattosio senza avere disturbi e riescono, quindi, a gestirsi gli alimenti da introdurre nella propria alimentazione.
Le cause dell’intolleranza al lattosio:
L’intolleranza al lattosio presenta 3 diverse forme, che hanno anche cause differenti:
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Intolleranza al lattosio genetica primaria:
La prima forma di intolleranza al lattosio è una normale conseguenza della crescita, poiché a partire dall’infanzia i livelli di lattasi iniziano a diminuire progressivamente. Si tratta di una intolleranza che vede le sue origini nel DNA dell’individuo. A causa di una mutazione presente nel codice genetico del paziente, viene espressa una solo una piccola quantità di enzima lattasi, che si riduce ancora di più con il passare degli anni. In questo caso non esiste una cura per l’intolleranza al lattosio, che permane per tutta la vita ed è necessario adottare uno schema dietoterapico privo di lattosio.
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Intolleranza al lattosio transitoria:
L’intolleranza transitoria è causata dalla riduzione della lattasi dopo una malattia, come in caso di celiachia non controllata dalla dieta senza glutine oppure in seguito a gastroenteriti o altre malattie infiammatorie dell’intestino. Anche un intervento o un trauma intestinale possono portare a questo tipo di intolleranza momentanea. Si tratta di un problema temporaneo, che può essere risolto con una "disintossicazione" dal lattosio per qualche periodo.
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Intolleranza al lattosio congenita:
Infine, c’è l’intolleranza congenita al lattosio, che è la condizione più rara ed è dovuta a una mutazione che impedisce completamente di digerire il latte e causa l’assenza totale di enzimi lattasi, ancor prima dello svezzamento.
Come si diagnostica l’intolleranza al lattosio?
La diagnosi per accertare l’intolleranza al lattosio è condotta attraverso il "Test del respiro" o "breath test". Si tratta di un esame non invasivo che prevede di espirare l’aria prima e dopo la somministrazione di una dose di lattosio. Se questo zucchero non viene digerito e inizia a fermentare, si ha una produzione esacerbata di idrogeno, che verrà rilevata dal test del respiro. In caso contrario, il paziente non avrà alcun problema legato alla digestione e all’assorbimento di lattosio. Un test di tipo genetico può essere necessario per accertare l’eventuale origine o predisposizione genetica del disturbo.
Alimentazione senza lattosio:
Laddove i sintomi da intolleranza al lattosio alterino la qualità della vita del paziente è necessario seguire un’alimentazione priva di lattosio. Per questo diventa importante, non solo conoscere quali alimenti evitare in caso di intolleranza e la loro percentuale di lattosio, ma anche la tollerabilità specifica del paziente. In una dieta equilibrata, specialmente nei bambini più piccoli, i prodotti ad alto contenuto di lattosio possono essere necessari per il loro apporto di calcio e lo sviluppo di ossa e tessuti sani. Per questo motivo, si analizzerà la concentrazione di lattosio che il paziente riesce a sopportare (senza manifestare sintomi) e con l’aiuto di un nutrizionista si costruirà un piano alimentare ad hoc.
L’intolleranza al lattosio si manifesta in seguito all’assunzione di ogni tipo di latte animale, da quello di capra o di pecora, fino a quello scremato. Di seguito la tabella che riporta la concentrazione (in percentuale) del lattosio nei diversi tipi di latte.
Tipo di latte | % di lattosio in 100 g |
LATTE VACCINO INTERO | 4,8 |
LATTE DI BUFALA | 4,9 |
LATTE DI PECORA | 4,5 |
LATTE DI CAPRA | 4,2 |
LATTE DI ASINA | 6,2 |
LATTE SCREMATO | 4,2 |
Quali cibi evitare in caso di intolleranza al lattosio?
I prodotti che contengono la maggiore percentuale di lattosio sono il latte ed i suoi derivati, anche se tra alimento ed alimento c’è una differenza di concentrazione talvolta significativa. Il siero del latte è la parte più ricca di lattosio e molto spesso viene utilizzata dall’industria alimentare per realizzare dolci e bevande. Stesso discorso può esser fatto per la polvere di latte utilizzata per la realizzazione di zuppe e salse pronte. Questo permette di capire, come il soggetto intollerante debba stare attento alle etichette alimentari per capire se sono presenti percentuali di lattosio nascosto.
Discorso a parte può essere condotto per gli yogurt, che grazie alla loro acidità e alla presenza di "batteri buoni" e lattasi al loro interno, di rendono maggiormente digeribili per questi soggetti.
Infine, tra i derivati del lattosio ci sono i formaggi stagionati, come provolone, pecorino, parmigiano reggiano o grana. Questi alimenti presentano un semaforo verde per una dieta senza lattosio, presentando calcio utile per le ossa e assenza di lattosio.
Seguire un’alimentazione priva di lattosio può sembrare una privazione non indifferente, eppure basta organizzarsi e trovare alternative altrettanto gustose. Si possono realizzare fantastiche torte al Caffè senza lattosio, dolci, pizze e tante altre ricette fantasiose e ricche di sapori.
Fonti
-https://www.metadieta.it/blog/dieta-senza-lattosio-quali-alimenti-evitare/