Brodo di pollo e altri "rimedi della nonna": funzionano davvero?

I rimedi dei nostri antenati: dopo una verifica abbiamo scoperto che un fondamento c'è, ma bisogna fare attenzione.

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Uno dei ricordi che forse ci è rimasto più impresso quando eravamo piccoli e soffrivano di qualche malessere è quello della nonna che si presentava con una tazza contenente un liquido misterioso insistendo affinché lo bevessimo, e, miracolo, cedendo alle lusinghe del dolcetto se l’avessimo bevuta, ci siamo sentiti meglio!

Oggi la scienza sta studiando con occhio critico non solo le "ricette della nonna", ma anche gli antichi rimedi usati da popoli ormai scomparsi, verificandone l’effettiva efficacia, scopriamo qualche esempio partendo proprio dalla saggezza della nonna…

  • Il brodo di pollo contro il raffreddore: gli studi condotti dal Nebraska Medical Center di Omaha hanno accertato l’efficacia e ne hanno svelato i segreti. Le proteine di alto valore biologico del pollo accelerano il rinforzo della membrana dei globuli bianchi e delle altre cellule del sistema immunitario, mentre il brodo caldo crea una benefica vasodilatazione delle vie aeree superiori, e ci fermiamo qui ma ce ne sarebbe ancora da dire!
  •  Per i babilonesi rappresentava addirittura la resurrezione, parliamo della melagrana, un frutto affascinante per colore e consistenza, oggi gli studi condotti dall’Università di Napoli assieme a quella della California hanno dimostrato che il succo di melagrana è un potente coadiuvante del cuore e previene la formazione di placche nelle arterie, inoltre ha un benefico effetto anche sul nostro cervello, rendendolo più attivo e concentrato.
  • La curcuma, importante ingrediente di molti piatti orientali e del curry, era utilizzata alle Hawaii come base di molte medicine, e gli studi dell’Università di Nottingham hanno accertato e confermato le sue virtù salutari, in particolare il colorante giallo della radice è un potente antinfiammatorio che blocca possibili irritazioni delle articolazioni, bloccando quasi la tendinite.
  • Tutti conosciamo la papaia, ma forse non tutti sappiamo che il suo succo ha la capacità di curare ferite ed ustioni, oltre ad essere un antinfiammatorio ed un antibatterico, e secondo uno studio russo della Russian State Medical University la papaya uccide i batteri con un’efficacia 500 volte superiore a quella dei normali disinfettanti.
  • Le mutka, le tradizionali brocche di ottone utilizzate dagli abitanti dei villaggi indiani, hanno il potere di depurare e di rendere quindi più sicura l’acqua da bere. Lo studio, condotto dalla Northumbria University di Newcastle, ha accertato che gli ioni di rame che si liberano dalle pareti di ottone uccidono i batteri dell’escherilia Coli, pur senza raggiungere una concentrazione tale da essere pericolosi per la salute.

Una conferma quindi che molte delle cure dei nostri antenati trovano oggi nella scienza delle solide basi che attestano la loro validità, ma non tutte, in caso di influenza NON mettete una cipolla tagliata nella stanza, non vi aiuterà mai assorbendo batteri e virus!

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