Sagne e cicerchie
- DIFFICOLTÀ: Facile
- ABBINAMENTO: Montepulciano d'Abruzzo DOC
- COSTO: Medio
- CUCINA REGIONALE: Abruzzo
- DOSI PER: 6 Persone
- CALORIE: -
- TEMPO: 10 min di preparazione1 g 1h di 1h 5 min di cottura
Le sagne e cicerchie vengono realizzate ammollando le cicerchie per 12 ore mentre a parte prepararete le sagne. Una volta che anche il sugo sarà pronto verrà unito alla minestra di cicerchie e servito ben caldo in tavola. Ecco i passaggi per la ricetta delle sagne e cicerchie.
Ingredienti
Per la pasta
Per condire
- Cicerchie 600 g
- Grasso di prosciutto 80 g
- Pomodori ramati 350 g
- Basilico 1 mazzetto
- Prezzemolo 1 mazzetto
- Aglio 2 spicchi
- Cipolla bianca 1
- Peperoncino fresco 1
- Olio extravergine d'oliva 1,5 dl
- Sale q.b.
Preparazione
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Lasciate a bagno le cicerchie per almeno 12 ore prima di utilizzarle. Quindi lavatele e mettetele a bollire in una pentola di coccio con 2 litri di acqua fredda, 1 spicchio di aglio sbucciato e del sale.
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Dal momento dell'ebollizione fate cuocere per circa 30 minuti a fiamma bassa. Preparate intanto le sagne: setacciate la farina sulla spianatoia ed impastatela con l'acqua ed un pizzico di sale, fino all'ottenimento di un impasto liscio e piuttosto sodo.
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Avvolgetelo nella pellicola e lasciatelo riposare per almeno 30 minuti. Quindi, tirate con il mattarello una sfoglia spessa e tagliatela a piccoli rombi di circa 3 cm per lato.
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Tritate finemente la cipolla, uno spicchio di aglio, il basilico ed il prezzemolo e fate a dadini il grasso di prosciutto, quindi mettete il tutto a soffriggere in un tegame con l'olio. Unite i pomodori al soffritto, aggiungete un pezzetto di peperoncino e fate cuocere per 15 minuti.
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Aspettate che il sugo sia pronto, quindi unitelo alla minestra di cicerchie: attenzione a verificare che le cicerchie siano circa a metà della cottura. Versate anche le sagne nella minestra e fatele cuocere al dente. Togliete la minestra dal fuoco, lasciatela riposare per 10 minuti e portate in tavola.
Consigli
Simile ad un cece schiacciato, la cicerchia è un legume a metà tra i piselli secchi e le fave. La sua coltivazione è limitata ad alcune zone dell'Italia centro meridionale. La sua scarsa diffusione è dovuta all'impossibilità di meccanizzarne la produzione: dalla semina alla cernita, il processo produttivo è esclusivamente manuale.