Cos'è lo zebra striping, la tendenza britannica che affascina i giovani
Lo zebra striping si presenta come una tendenza positiva, ma nasconde diversi inganni. Vediamo cos'è, i pro e i contro.
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Una tendenza sta prendendo sempre più piede e, secondo gli esperti, è destinata a esplodere entro la fine del 2025. Stiamo parlando del cosiddetto zebra striping, la cui traduzione letterale – strisce zebrate – non è di alcun aiuto per comprendere il suo funzionamento. Usanza particolarmente gettonata in Gran Bretagna e negli Stati Uniti, consiste nell’alternare drink alcolici a bevande prive di alcol, in modo da preservare la propria salute. Vediamo, nello specifico, perché sta attirando tanti consensi e, soprattutto, se riuscirà davvero a prendere piede anche in Italia.
- Scoppia la tendenza zebra striping: cos'è e come funziona
- Cosa si nasconde dietro la tendenza zebra striping
Scoppia la tendenza zebra striping: cos’è e come funziona
Secondo l’ultimo report Istat, in Italia il consumo di alcol cresce di anno in anno. A oggi sarebbero circa 8 milioni le persone con un comportamento a rischio, ossia che bevono abitualmente bevande alcoliche. Un dato sconcertante, diffuso soprattutto tra i giovanissimi (fascia d’età 11/17 anni) e gli under 65, riguarda l’aumento del cosiddetto binge drinking, ossia l’assunzione di più alcolici in un lasso di tempo breve. Ed è proprio per contrastare quella che sta diventando a tutti gli effetti una piaga sociale – basta uscire un qualsiasi sabato sera in una delle città dello Stivale per rendersi conto della situazione – che si sta diffondendo la tendenza zebra striping.
Un trend la cui origine è ancora incerta, ma che sembra essere nato in Gran Bretagna tra il 2023 e il 2024. Questa usanza, che all’apparenza pare più salutare del binge drinking, consiste nell’alternare bevande alcoliche a drink privi di alcol nel corso della stessa serata. Diffusissima tra le nuove generazioni, si presenta con un biglietto da visita che non possiamo fare altro che definire ingannevole. In molti, infatti, sostengono di aderire al fenomeno perché così facendo riescono a preservare la propria salute. In che modo? Semplice: visto che l’alcol va a disidratare il corpo, assumendo analcolici si recupera tornando a dare idratazione all’organismo.
Ovviamente, i cocktail o le altre bevande alcoliche non vengono alternate con un buon bicchiere d’acqua o una tisana, sarebbe un’eresia per quanti stanno facendo "serata". I sostituti sono per lo più bibite a bassa gradazione alcolica o completamente analcoliche, che negli ultimi tempi stanno conquistando il proprio posto nel settore del beverage. Pertanto, non parliamo di liquidi insipidi ma gustosi e appaganti. Neanche a dirlo, tra l’ampia scelta troviamo anche gli energy drink, ricchi di sostanze stimolanti e da tempo etichettati dai medici come potenzialmente dannosi.
L’ultimo rapporto Distill di Diageo, gigante mondiale del beverage, ha sottolineato che lo zebra striping è destinato a crescere proprio grazie all’offerta sempre più ricca del mercato delle bibite no alcol. A esserne conquistati sono soprattutto gli under 24, specialmente quelli residenti nel Regno Unito. Un sondaggio condotto dalla società di consulenza britannica Kam, evidenzia che l’80% dei giovani britannici alterna abitualmente le bevande alcoliche a quelle analcoliche durante le serate con gli amici. La percentuale scende al 66% dai 24 anni in su.
Spostandoci negli Stati Uniti, invece, il consumo di drink no alcol sta crescendo di pari passo con il diffondersi di eventi e locali alcol free. Il bere responsabile sta aumentando anche in Australia, in alcune regioni europee come la Scandinavia e in Giappone. In Italia la situazione è molto diversa. Secondo gli esperti del settore, la popolazione nostrana ha un grande limite: l’attaccamento culturale al buon vino. Potrebbe comunque esserci un cambiamento, visto che negli ultimi tempi diverse cantine italiane stanno provando a produrre vini dealcolati. Situazione simile in Francia e Spagna, dove la cultura del bere è molto radicata.
Cosa si nasconde dietro la tendenza zebra striping
Come dicevamo in precedenza, la tendenza zebra striping si presenta in modo ingannevole. All’apparenza, infatti, sembra un metodo salutare, che consente di bere in modo consapevole favorendo allo stesso tempo l’idratazione del corpo. Non solo, secondo alcuni ‘seguaci’, il trend aiuta il fegato a metabolizzare l’alcol più efficacemente, riducendo così il rischio di intossicazione alcolica. In altre parole, si riduce il rischio di ubriacatura con tutti gli effetti collaterali conseguenti (mal di testa, nausea, etc.).
È bene sottolineare, però, che queste convinzioni non hanno alcun fondamento scientifico e, come se non bastasse, sono facilmente smontabili. Non serve avere una laurea in medicina per comprendere i rischi collegati al consumo eccessivo e costante di bibite che, pur essendo prive di alcol, contengono sostanze potenzialmente dannose. Considerate, giusto per fare un esempio, che una bevanda gassata, tipo una banale aranciata, contiene circa nove cucchiaini di zucchero. Quest’ultimo, oltre a essere pericoloso per malattie cardiovascolari e diabete di tipo 2, potrebbe creare problemi agli organi interni e un incremento non indifferente del livello di grassi nel sangue.
Abbiamo evidenziato giusto un ingrediente di una delle tante bevande gassate in commercio, ma basta per capire che liquidi del genere non rappresentano un aiuto per il fegato. Se a ciò aggiungiamo che molti giovani scelgono la tendenza per accusare in modo minore gli effetti collaterale di una sbronza, l’inganno è lampante. Eppure, vogliamo comunque sottolineare un aspetto che, soprattutto in Gran Bretagna, sta prendendo piede ed è assolutamente positivo.
Molti mixologist stanno proponendo alternative più salutari ai propri clienti, drink che garantiscono vere e proprie esperienze gustative. Stiamo parlando delle bevande fermentate analcoliche, che presentano un profilo organolettico complesso e benefici funzionali non indifferenti. Queste caratteristiche, a differenza delle bibite di cui parlavamo in precedenza, rendono la tendenza molto più apprezzabile. Magari, c’è la speranza dell’abbandono totale degli alcolici in favore di liquidi più buoni e soprattutto innocui.
Per il momento, sono tre i prodotti che si stanno distinguendo più degli altri: kombucha, kefir d’acqua e tepache. La kombucha, ossia un tè fermentato leggermente frizzante, è estremamente versatile e con il suo sapore agrodolce permette di creare diversi abbinamenti interessanti. Può essere aromattizzata con tanti ingredienti ed è perfetta per la creazione di mocktail (termine con il quale si indicano i cocktail analcolici). Il kefir d’acqua, invece, è molto gettonato per la sua leggerezza, per l’effetto rinfrescante e per la sua natura probiotica. Abbinato a sciroppi naturali o a succhi di frutta fresca risulta assai piacevole al palato. Infine, il tepache messicano, conosciuto anche come bevanda degli dei. A base di ananas fermentato con lo zucchero di canna e le spezie, è leggermente frizzante e presenta una percentuale di alcol naturale del 3 o 4%.
Lo zebra striping, sempre se l’alternativa è salutare, non è una tendenza da bocciare in toto. Magari, alternando gli alcolici a bevande prive di alcol i giovani, specialmente gli adolescenti, e gli under 65 si renderanno conto che bere in modo consapevole è possibile e, soprattutto, non equivale a perdere il gusto di divertirsi.