Piatti italiani da provare almeno una volta nella vita: la classifica americana
Secondo la CNN sono 30 i piatti italiani da provare almeno una volta nella vita: alcune inclusioni o esclusioni fanno discutere.

L’Italia vanta una tradizione gastronomica da fare invidia. Non è amor di patria, ma pura e semplice verità. In ogni angolo del mondo, anche quello più sperduto, ci sono ricette che meritano di essere assaggiate, ma soltanto nel Belpaese si mangia divinamente in ogni regione. Forse è anche per questo che la CNN ha fatto una sorta di classifica dei 30 piatti italiani da provare almeno una volta nella vita. Scopriamo che prelibatezze hanno inserito gli americani, anche se siamo pronti a scommettere che alcune inclusioni o esclusioni non vi troveranno d’accordo.
- 30 piatti italiani da provare almeno una volta nella vita
- I piatti italiani che meritavano di entrare in classifica
30 piatti italiani da provare almeno una volta nella vita
Parlare di tutte le ricette tipiche della nostra bella Italia è pressoché impossibile: non basterebbe un’enciclopedia. È possibile, però, fare una specie di cernita e selezionare i piatti da provare almeno una volta nella vita. Lo ha fatto la CNN, stilando una classifica dei 30 piatti italiani che tutti dovrebbero assaggiare durante un viaggio nello Stivale. Potremmo quasi definirlo un tour gastronomico, visto che ci sono prelibatezze di ogni regione, ma siamo pronti a scommettere che alcune inclusioni o esclusioni non vi entusiasmeranno.
Iniziamo questo viaggio con i piatti scontati, quelli che neanche un bambino avrebbe scartato dalla classifica: la pizza napoletana. Secondo la CNN merita di essere gustata nella cittadina ai piedi del Vesuvio, possibilmente nella variante margherita con mozzarella di bufala. Restando a Napoli, gli americani danno una posizione anche alla sfogliatella. Che sia riccia o frolla, poco conta, l’importante è assaggiarla perché garantisce un’esperienza di gusto unica. La terza e ultima nomination della Campania va all’insalata caprese, perfetta per tutte le persone che non sanno cucinare. Basta alternare fette di pomodoro a fette di mozzarella e condire con con un cucchiaio di olio extravergine d’oliva, sale, pepe e foglie di basilico fresco.
Un’altra regione nostrana particolarmente apprezzata dalla CNN per l’offerta gastronomica è l’Emilia Romagna. Nella classifica non potevano mancare le tagliatelle al ragù, i tortellini con "denso brodo di cappone" e le lasagne. Tre tipologie di pasta fresca che, seppure con condimenti diversi, rappresentano la tradizione per gran parte delle città nostrane. Restando sui primi piatti, secondo gli americani – e non possiamo che essere d’accordo con loro – non si può venire nel Belpaese senza assaggiare una porzione abbondante di rigatoni alla carbonara, tonnarelli cacio e pepe, bombolotti all’Amatriciana e trofie al pesto.
Ovviamente, ci sono altri primi tra i 30 piatti italiani da assaggiare almeno una volta nella vita. Parliamo del risotto alla milanese, delle linguine allo scoglio, dei piemontesi agnolotti del plin, del risotto al gorgonzola e del timballo di pasta. Inoltre, abbiamo altri tre primi che, a essere onesti, stupiscono. Non per la loro bontà, sia chiaro, quanto per la ricercatezza. Parliamo, infatti, di prelibatezze che spesso non conoscono neanche i cittadini del Belpaese, almeno quelli che non risiedono nelle immediate vicinanze del luogo di origine: i cjarsòns, i malloreddus alla campidanese e i culurgiones.
I cjarsòns, tipici della cucina friulana, sono dei ravioli fatti a mano con un impasto di farina e patate, ripieni di ricotta, uvetta, mele, menta, cacao e spezie e conditi con burro fuso. I malloreddus alla campidanese, invece, sono sardi. Una pasta a forma di conchiglia, con un ricco condimento di sugo, cipolle, salsiccia o salame secco e pecorino. Anche i culurgiones vengono dalla Sardegna e sono dei ravioli fatti a mano farciti con purè di patate, menta tritata, aglio e pecorino. Si possono mangiare in bianco, con un filo di olio extravergine di oliva o bottarga di uova di tonno grattugiata, oppure con salsa di pomodoro e basilico fresco.
I piatti italiani che meritavano di entrare in classifica
Proseguiamo la classifica dei piatti italiani da provare almeno una volta nella vita con alcuni secondi che meglio rappresentano le nostre tradizioni gastronomiche. Non poteva mancare il brodetto, ricetta che accomuna gran parte delle località di mare che si affacciano sul mare Adriatico. Una zuppa di pesce particolarmente ricca, che prevede diverse varianti in base alla zona: da Ancona a San Benedetto del Tronto, passando per Pescara e Vasto. Restando nel mondo dell’ittica, il baccalà alla vicentina non poteva essere escluso. Una prelibatezza unica con protagonista lo stoccafisso, portato in Italia nel Medioevo dal mercante veneziano Pietro Querini.
Per quanto riguarda la carne, invece, hanno conquistato il palato della CNN: la caponata, il bollito alla piemontese, la coda alla vaccinara, il vitello tonnato e il porceddu. Ci sono, poi, due piatti che qualcuno mangia come primo, altri come secondo e altri ancora per contorno: la polenta e le melanzane alla parmigiana. Chiudiamo le tipicità salate con i carciofi alla Giudia, di cui gli americani parlano come una "prelibatezza del ghetto ebraico di Roma".
Oltre alla sfogliatelle napoletane, la classifica menziona altri due dolci italiani: il gelato e il tiramisù. Ci troviamo d’accordo con loro nell’affermare che negli Stati Uniti non esiste gelateria in grado di sfornare gusti buoni e genuini come il pistacchio nostrano, la mandorla tostata, le noci, il mandarino e i fichi d’India. Come se non bastasse, solo noi vantiamo brioche che esaltano al meglio il sapore del gelato. Per quanto riguarda il tiramisù, la CNN ci tiene a sottolineare che soltanto abili maestri potevano combinare insieme il caffè con i savoiardi, ricoprendoli con una squisita crema di mascarpone spolverata di cacao.
Senza ombra di dubbio, la lista stilata dall’emittente americana menziona tutti piatti ottimi, che magari qualcuno potrebbe non gradire per gusto o etica, ma senz’altro rappresentativi del Belpaese. Tralasciando alcune presenze inaspettate come i cjarsòns, ci sono alcune assenze che, con estrema onestà, ci lasciano un po’ sorpresi. Dagli gnocchi alla sorrentina alla bistecca fiorentina, passando per la cotoletta milanese, le pallotte cacio e ova, le olive ascolane, il pasticciotto leccese, i saltimbocca alla romana, le orecchiette con cime di rapa, gli arrosticini, gli gnudi e il caciucco alla livornese.
Sia chiaro, inserire tutte le ricette italiane sarebbe stato impossibile nonché difficile da proporre agli americani come eventuale tour gastronomico, ma è comunque curioso vedere la presenza di alcune ricette ‘di nicchia’ e l’assenza di altre molto più famose.