Cucinare fa bene: 3 motivi (confermati dalla scienza) per farlo più spesso
Molti studi suggeriscono che cucinare sia un'attività benefica per corpo e mente e dalle potenzialità terapeutiche: scopri i suoi effetti positivi.
- Cucinare aiuta a mangiare più sano
- La cucina è un'alleata per dimagrire e controllare il peso
- La Cooking Therapy: cucinare per nutrire le mente
Può essere una sfida, non necessariamente con gli altri come ci racconta Masterchef ma con se stessi, per testare le proprie abilità. Oppure un modo per divertirsi, magari chiacchierando tra una mescolata al ragù e una controllata all’arrosto, come è nello stile di un altro programma televisivo dal tono più scanzonato e conviviale, "Oh Cook" con James May, in cui non conta essere bravi ai fornelli ma aver voglia di cucinare e, naturalmente, di gustare i piatti preparati, meglio se in compagnia. Che sia un modo per mettersi alla prova o per coccolarsi, per fare sfoggio delle proprie capacità culinarie o per migliorarle, per distrarsi o per prendersi cura dei propri cari, non c’è dubbio: cucinare ci fa bene, lo dice anche la scienza. Scoprite con noi gli effetti positivi, addirittura terapeutici, di questa attività confermati da studi autorevoli: che cuciniate per necessità, per passione o per vocazione, ecco tre buoni motivi per provare ogni giorno una nuova ricetta di Buonissimo!
Cucinare aiuta a mangiare più sano
Molti studi suggeriscono che cucinare i propri pasti a casa aiuti a fare scelte alimentari più consapevoli e, quindi, più sane. Una revisione sistematica di studi osservazionali condotta nel Regno Unito e pubblicata nel 2017 sulla rivista Appetite include tra i potenziali effetti benefici di questa abitudine la tendenza a mangiare più frutta e verdura e, in generale, a prediligere alimenti dalla composizione nutrizionale più sana, una maggiore aderenza alla dieta mediterranea, regime alimentare a cui sono riconosciuti molteplici benefici per la salute e la prevenzione di malattie croniche e degenerative, e un punteggio più alto nel Diet Quality Index-International(DQI-I), un indice internazionale per il monitoraggio della qualità della dieta che prende in esami parametri come varietà, adeguatezza, moderazione ed equilibrio.
Un’altra indagine, basata su uno studio condotto dallo stesso team di ricerca su quasi 12mila adulti del Regno Unito e pubblicata nel 2017 sull’International Journal of Behavioral Nutrition and Physical Activity, ha evidenziato risultati simili, sia in termini di adesione alla dieta mediterranea che sul fronte del consumo di frutta e verdura: dall’analisi, infatti, è emerso che chi mangiava pasti cucinati in casa più di 5 volte alla settimana, rispetto a chi lo faceva meno di 3 volte alla settimana, tendeva a consumare circa 60 g di frutta in più e addirittura 100 g di verdura in più al giorno.
Sono necessarie ulteriori ricerche per approfondire e confermare la relazione tra l’abitudine di cucinare a casa e gli effetti sulle scelte alimentari, ma questi studi offrono suggestioni interessanti su come la cucina possa aiutarci a mangiare in modo più equilibrato e salutare.
La cucina è un’alleata per dimagrire e controllare il peso
Cucinare a casa sembra avere anche un altro effetto positivo, collegato al precedente: può darci una mano a mantenerci in forma o a perdere peso. Lo suggerisce proprio la ricerca del 2017 che abbiamo appena analizzato, da cui è emerso che l’abitudine di preparare da soli i propri pasti influiva positivamente anche sull‘indice di massa corporea e sulla percentuale di grasso corporeo delle persone: quelle che lo facevano più di 5 volte alla settimana avevano il 28% di probabilità in meno di essere in sovrappeso e il 24% di probabilità in meno di avere grasso corporeo in eccesso, evidentemente come conseguenza di scelte alimentari più equilibrate.
Spunti simili sono stati offerti anche da un altro studio, i cui risultati sono stati pubblicati nel 2020 sulla rivista Nutrients. La ricerca ha coinvolto un gruppo di adulti statunitensi in sovrappeso o obesi: metà di loro ha partecipato a lezioni di cucina che prevedevano il coinvolgimento attivo delle persone nella preparazione dei pasti, l’altra metà ha solo assistito a lezioni dimostrative tenute da un cuoco, senza dare un contributo fattivo. La perdita di peso osservata nel primo gruppo dopo 6 mesi è stata significativamente più elevata rispetto a quella che ha interessato il secondo (7,3% contro 4,5%).
Anche la relazione di causa-effetto tra abitudine di cucinare e dimagrimento deve essere ulteriormente approfondita, ma gli studi suggeriscono che preparare i propri pasti a casa possa aiutare a seguire una dieta più sana e favorire il controllo e la perdita di peso.
La Cooking Therapy: cucinare per nutrire le mente
Abbiamo esaminato i benefici nutrizionali del cucinare, ma questa attività può avere anche un vero e proprio effetto terapeutico e rappresentare un valido strumento di riabilitazione nel trattamento di problematiche neurologiche, psicologiche, psichiatriche e relazionali: è questo il principio ispiratore della Cooking Therapy, o cucinoterapia, che si basa sull’idea che cucinare possa essere un modo per allenare e curare la mente, oltre che per nutrire il corpo.
La Cooking Therapy è un approccio neuroriabilitativo che si è rivelato utile per favorire il recupero cognitivo di pazienti con danni cerebellari (cioè al cervelletto) causati, per esempio, da condizioni come ictus e ischemia, come sottolinea uno studio italiano pubblicato sul Journal of Clinical Neuroscience. Cucinare, infatti, richiede una serie di abilità cognitive, come coordinazione motoria e mentale, flessibilità di pensiero, capacità strategica e di pianificazione, quindi può essere un intervento efficace per il recupero dei pazienti che, proprio a causa di patologie neurocognitive, hanno subito un deficit di queste capacità.
Ma cucinare ha anche effetti positivi sul fronte psicosociale e relazionale, come emerge da una review statunitense del 2018 pubblicata su Health Education & Behaviour: interventi terapeutici basati sulla cucina utilizzati in svariati contesti di cura, con pazienti con un’ampia gamma di problemi di salute mentale e disturbi neurologici, come la demenza, o con altre patologie, come il cancro, hanno mostrato benefici in termini di miglioramento della socializzazione e delle relazioni grazie al lavoro in gruppo, aumento della fiducia e dell’autostima legato all’apprendimento di nuove abilità, umore più positivo. Non dimentichiamo, del resto, che proprio cucinare e condividere le proprie ricette sui social nel periodo del lockdown dovuto alla pandemia di Covid-19, nel 2020, sono stati un antidoto al senso di isolamento, all’angoscia e allo stress causati da questa emergenza, come evidenziato da una ricerca turca che ha analizzato l’impatto positivo della cucina a livello psicologico in quella difficile fase delle nostre vite.
Insomma, cucinare è un’azione semplice, che spesso compiamo in modo automatico per nutrirci, ma che influisce in modo potentissimo sul nostro benessere psicofisico. L’invito, allora, è a farlo più spesso, a ritagliarci un po’ di tempo per preparare il nostro piatto preferito, per sperimentare una ricetta che ci incuriosisce, per coccolare i nostri cari con qualche prelibatezza che sappiamo li farà felici, per prenderci cura della nostra salute mangiando in modo più sano, per organizzare una cena con gli amici in cui cucinare tutti insieme tra chiacchiere e risate: sarà una vera terapia, per il corpo e per lo spirito.