Marisa: perché la spatola “leccapentole” si chiama cosi?
È un utensile che non può proprio mancare nella tua cucina, soprattutto se sei appassionato di pasticceria. Ma chi è la donna che gli ha dato il nome?
Se ami la pasticceria, questo utensile non può proprio mancare nella tua cucina. È la Marisa, cioè la spatola "leccapentole", un attrezzo utilissimo per preparare tantissime ricette, soprattutto dolci, ma non solo. Curioso di sapere perché si chiama così? E chi era la donna che le ha dato il nome? Scopriamolo insieme.
Le origini del nome "Marisa"
Sono state formulate varie ipotesi per spiegare perché la spatola si chiama Marisa. Secondo quella più accreditata, il suo nome deriverebbe dalla donna che la inventò nel XVI secolo: Maryse Monpetit, una pasticcera della corte di Francesco I di Francia. La leggenda vuole che, preparando dei biscotti di avena, Maryse si sia resa conto che avrebbe avuto bisogno di un attrezzo in grado di raccogliere accuratamente l’impasto. Questo strumento non esisteva, così a crearlo ci pensò lei. La spatola ebbe un enorme successo e Maryse fu doppiamente premiata: conquistò il titolo di baronessa e poté dare il suo nome alla sua creazione.
Un’altra teoria sull’origine del nome Marisa la lega sempre alla nobiltà francese, ma la colloca in un’epoca più recente, il XIX secolo. Si racconta che Léonard De Buyer, da piccolo, fosse stato punito per aver indossato, come se fosse un elmo, una ciotola sporca di impasto, imbrattando così i suoi abiti. Da grande, dopo aver ereditato l’azienda di famiglia specializzata nella realizzazione di utensili da cucina, avrebbe fatto tesoro del suo errore di bambino e inventato una spatola in caucciù in grado di pulire alla perfezione il fondo dei contenitori dagli impasti. La sua idea piacque e Léonard depositò il marchio con il nome "Maryse".
Un jolly in cucina: come si usa la Marisa
Nel corso degli anni, la Marisa ha assunto anche altri nomi. Il più utilizzato è "leccapentole", che illustra bene la sua funzione: grazie alla sua particolare conformazione, infatti, è in grado di "leccare", cioè di raccogliere completamente dal fondo dei contenitori gli impasti, specie quelli fluidi o molto morbidi. Merito del manico in legno, acciaio o plastica, lungo e molto maneggevole, e della spatola flessibile, un tempo realizzata in caucciù, oggi fatta per lo più di silicone o gomma, che agisce come una lingua, a cui in effetti somiglia.
Quali sono i vantaggi di usare la Marisa? Primo: è un utensile che abbatte gli sprechi, perché con il suo aiuto neanche una goccia di impasto resta nella ciotola, rischiando di venire buttata. Secondo: grazie alla sua forma è utilissima anche per mescolare e amalgamare alla perfezione gli impasti che richiedono movimenti delicati, dal basso verso l’alto, per non smontare gli ingredienti, per esempio è ideale per incorporare gli albumi montati.
Insomma, la Marisa è un vero jolly in cucina e un’alleata preziosa per la perfetta riuscita di moltissime ricette, sia dolci che salate. Qualche idea per metterla alla prova? La nostra mousse al cioccolato e nocciole, una cheesecake al limone o, per rendere omaggio al Paese che le ha dato i natali e anche il nome, i Macarons: grazie alla Marisa, il risultato è infallibile e il successo assicurato!