I grassi buoni e quelli cattivi, quali e dove sono
Si sente sempre più spesso parlare di grassi buoni e grassi cattivi, sapete cosa li distingue e in quali cibi trovarli?
Demonizzati a lungo, ultimamente i grassi si stanno prendendo la rivincita. Attenzione però a non confondere quelli buoni con quelli cattivi.
Per grassi buoni si intendono quelli insaturi (che si dividono poi in polinsaturi e monoinsaturi a seconda della composizione chimica), fra di essi si trovano gli acidi grassi essenziali omega 3 e omega 6, fondamentali per mantenere perfettamente funzionante l’organismo. Questi grassi contribuiscono a prevenire le malattie cardiache e il colesterolo, aiutano le funzioni cerebrali e articolari, contrastano l’azione dei radicali liberi, agevolano il raggiungimento della forma fisica ottimale, hanno un effetto positivo sulle difese immunitarie. Li si trova in alimenti come l’olio extravergine d’oliva, la frutta secca a guscio, il pesce azzurro, l’olio di pesce, l’avocado, i semi oleosi (come i semi di chia, di sesamo, di girasole, di zucca).
I grassi cattivi sono invece quelli saturi e quelli idrogenati (o trans) che al contrario favoriscono la sviluppo di disturbi cardiovascolari, colesterolo e sovrappeso. Per questo motivo vanno consumati con parsimonia. In base ad alcuni studi medici, le calorie provenienti da grassi saturi non dovrebbero superare il 7-10% dell’apporto calorico totale giornaliero. Si trovano in molti prodotti di origine animale, fra cui carni molto grasse, salumi e insaccati, cibi fritti, burro, strutto, frattaglie, formaggi grassi, tuorlo d’uovo, panna, latte intero. Talvolta ci si dimentica che sono presenti anche in alcuni alimenti trasformati, come dolci, prodotti da forno industriali, salse, creme da dessert, margarina, gelati confezionati, merendine, patatine e snack.
Una buona abitudine è quella di leggere l’etichetta dei prodotti per controllarne la composizione nutrizionale prima dell’acquisto.