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Candelora, tra storia e tradizioni: ecco cosa si mangia il 2 febbraio

Il piatto tipico del giorno della Candelora è soprattutto uno, non solo in Italia: ecco tutte le tradizioni gastronomiche della tradizione.

composizione di frittelle con frutti di bosco e marmellata sul tavolo

Festività che affonda le origini ai tempi dei romani, la Candelora è celebrata ancora oggi in molte zone del mondo. Per qualcuno rappresenta la presentazione di Gesù al Tempio, per altri la Vergine della Candelaria e per altri ancora è il giorno della Marmotta. Essendo una festa ad ampio spettro, che interessa culture diverse, viene da pensare a offerte culinarie di ogni tipo. Eppure, la realtà è diversa perché è soprattutto una la ricetta che spopola in ogni angolo del globo. Andiamo alla scoperta di questa particolare ricorrenza e dei piatti tipici che vengono portati in tavola.

Storia e origine della festa della Candelora

Il 2 febbraio di ogni anno si celebra la Candelora, festa che molto probabilmente è figlia del rito romano dei Lupercalia, in onore del dio della fertilità Lupercus, che cadeva nello stesso mese. In Italia e in tutti i paesi di religione cristiana, in questa giornata si ricorda la presentazione di Gesù al Tempio, avvenuta, secondo la tradizione, 40 giorni dopo la nascita. Il rito prevede la benedizione delle candele, simbolo del Risorto, che tra l’altro danno anche il nome alla ricorrenza. La popolarità della celebrazione è aumentata dopo il 492, quando papa Gelasio I convinse il senato romano ad abolire i Lupercalia, ma la data del 2 febbraio venne stabilita nel secolo successivo, per volere dell’imperatore Giustiniano.

Significato religioso a parte, la Candelora ha un valore molto importante nella cultura contadina. Celebre il detto, declinato in tutta Italia in base al proprio dialetto, "Quando vien la Candelora dall’inverno siamo fuori, ma se piove o tira vento all’inverno siamo dentro". Un tempo, gli agricoltori, in base alle condizioni metereologiche del 2 febbraio, stabilivano se la brutta stagione stava per andarsene o se si dovevano battere i denti ancora per un po’. Oggi, anche se a queste credenze non si dà lo stesso credito, ci sono ancora persone che guardano al cielo con la speranza di veder arrivare la primavera il prima possibile.

Simile la tradizione legata al giorno della Marmotta americano, che cade sempre il 2 febbraio. Secondo la credenza popolare, il simpatico animale lascia la sua tana in questo giorno: se il tempo è soleggiato vede la sua ombra, quindi la primavera sta per arrivare, mentre se non la vede significa che è nuvoloso e l’inverno sarà ancora lungo. Invece, spostandoci in Spagna, precisamente a Tenerife, in questa giornata si omaggia la Vergine della Candelaria, patrona delle Isole Canarie.

Anche se la Candelora può assumere un significato diverso in base al Paese in cui ci si trova, c’è un dettaglio che accomuna quasi tutte le località del mondo: la tradizione gastronomica. Ci sono diversi piatti legati a questa ricorrenza, ma ce n’è uno che, pur variando nella scelta degli ingredienti, è quasi obbligatorio per l’intera popolazione: le crêpe.

crepes dolci

Cosa si mangia in Italia nel giorno della Candelora

C’è un motivo ben preciso se le crêpe sono legate al giorno della Candelora. Quando papa Gelasio istituì la festa, arrivarono a Roma molti pellegrini per celebrare la presentazione di Gesù al Tempio. Per sfamarli, il pontefice chiese ai cuochi di preparare un cibo semplice ma nutriente. Così nacquero le prime crêpe, sottili, tonde e cosparse di miele. La tradizione è arrivata fino ai giorni nostri e, in versione dolce o salata, è obbligatorio portarle in tavola il 2 febbraio. Ovviamente, ogni regione italiana ha ricette proprie.

In Abruzzo, soprattutto nella zona del teramano, si chiamano scrippelle ‘mbusse e sono delle frittelle molto sottili, a base di farina, acqua e uovo. Si mangiano come primo piatto, in brodo, e sono a dir poco deliziose. Anche in Friuli Venezia Giulia è la versione salata a trionfare, con le tipiche crespelle della Candelora. Farcite con salsiccia e formaggio, il 2 febbraio si trovano ovunque, perfino nei chioschi di street food. Simile la ricetta della Valsesia, dove troviamo le miacce, cotte con l’apposito ferro. Il condimento prevede formaggi e salumi oppure il salignön, una ricotta dal gusto piccante e speziato. In Puglia fanno da padrone anche in questa occasione le pettole, must have di qualunque festività dell’anno.

Spostandoci nella zona di Treviso, precisamente a Tarzo, la Candelora è molto sentita, tanto che c’è un menù ad hoc: trippa, grigliata mista e crostoli. Questi ultimi non sono altro che le chiacchiere, tipiche del periodo carnascialesco. A Romano d’Ezzelino, in provincia di Vicenza, si organizza una vera e propria sagra. Si possono degustare tante prelibatezze, tra cui spiccano: carne allo spiedo, stinco e panini onti. In Calabria, invece, sono d’obbligo: "pasta i casa" (pasta fatta in casa) con sugo e polpette di maiale, involtini di verza, frittole, gelatina e sottaceti. Grande trambusto in Sicilia, dove il 2 febbraio iniziano i festeggiamenti in onore di Sant’Agata, protettrice di Catania. In questi giorni si consumano: calia e simenza (ossia ceci e semi di zucca essiccati e tostati), cassateddi (dolci di ricotta fritti a forma di mammella), olivette di Sant’Agata (pasticcini di pasta di mandorle a forma di olive) e crêpe dolci e salate.

Passando alla variante dolce delle frittelle, è diffusa soprattutto in Valtellina, dove si consumano i paradelli, una specie di pancake da farcire a piacimento. Nel sud Tirolo abbiamo i kniakiachl, una sorta di crespelle condite rigorosamente con marmellata di mirtilli rossi. In Sardegna si preparano i candelaus, dei dolcetti a base di mandorle e acqua di fiori d’arancio a forma di animali, fiori o scarpette, decorati con ghiaccia reale. Infine, in Campania trionfa un dolce tipico dei giorni di festa: il migliaccio.

In Italia, se non in rari casi, non esiste un menù specifico della Candelora. Le crêpe, dolci o salate, trionfano quasi ovunque, ma anche le ricette a base di carne di maiale sono molto diffuse. I motivi sono diversi: la festa cade nei giorni più freddi dell’anno, nel periodo in cui si macellano i maiali e poco prima dell’inizio della Quaresima, caratterizzata da restrizioni alimentari, penitenze e digiuni.

La Candelora in Francia: una tradizione molto sentita

Un accenno alla Candelora dei ‘cugini’ francesi è d’obbligo. In tutto il Paese, la ricorrenza è molto sentita ed è legata al consumo, forse un tantino eccessivo/ossessivo, delle crêpe. Il 2 febbraio si mangiano solo frittelle per tutta la giornata: dalla colazione alla cena. Che siano dolci o salate poco importa, ciò che conta è portarle in tavola ed esprimere un desiderio mentre si cucinano. Secondo la tradizione, l’addetto alla cottura deve far saltare la prima crêpe con la mano destra, tenendo nella mano sinistra un oggetto in oro. Così facendo si spera di avere un anno di fortuna, prosperità e ricchezza.

Come accade in Italia, anche in Francia ogni regione ha tradizioni proprie. In alcune cittadine, specialmente al Sud, si utilizza la farina classica mescolata a quella di ceci, mentre in altre solo il frumento. Alcune ricette prevedono che la frittella sia sottile, altre più spesse, con vaniglia, scorza di limone, rhum, latte, acquavite eau-de-vie o cannella. Per la farcitura, ovviamente, non ci sono limiti: dagli affettati alle creme di cioccolato. Ovviamente, sono benaccette anche le crêpe Suzette, caposaldo della gastronomia francese. Nate sul finire del XIX° secolo in modo del tutto casuale mentre lo chef Henri Charpentier stava cucinando per il principe di Galles (futuro re Edoardo VII°), il nome è stato dato in onore di una delle ospiti reali.

Frittelle sottili, vengono servite piegate o arrotolate, immerse in una salsa al burro, con zucchero, succo d’arancia e un pizzico di liquore, come il Grand Marnier o l’Armagnac. Talvolta, in versione flambé, così da dare al dolce un gusto simil affumicato.

Le ricette del giorno

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