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Come utilizzare correttamente l'alluminio in cucina senza rischi

Come utilizzare correttamente l'alluminio in cucina senza rischi

Di alluminio sono fatti pentole, pellicole, vaschette monouso per alimenti, persino caffettiere. Possiamo utilizzarli, ma con determinate accortezze.

Alluminio, come faremmo senza? Si tratta di un materiale utilizzato tantissimo in cucina, nei modi e per gli scopi più disparati. Di alluminio sono fatti pentole, pellicole, vaschette monouso per alimenti, persino caffettiere. Possiamo utilizzarli a cuor leggero, o ci sono delle accortezze da seguire per non correre rischi? L’argomento è piuttosto delicato, al punto che il Ministero della Salute ha promosso una campagna d’informazione rivolta ai consumatori e agli stessi operatori del settore alimentare. Piccola premessa:  l’alluminio in sé non è un materiale che comporta danni alla salute. È il suo cattivo utilizzo, piuttosto, che può comportare rischi.

Alluminio in cucina: la contaminazione dei cibi

Il principale pericolo legato all’utilizzo di alluminio in cucina è legato alla possibile contaminazione del cibo per fenomeni di migrazione da utensili o imballaggi. Come avviene questa contaminazione? Semplice: l’alluminio delle pentole, degli imballaggi o delle pellicole può essere rilasciato negli alimenti con cui va a contatto a causa della temperatura, di una cattiva conservazione, della stessa composizione dell’alimento.

Alluminio: il rischio tossicologico

Come sottolinea lo stesso Ministero della Salute, nei soggetti sani il rischio tossicologico dell’alluminio è limitato per via dello scarso assorbimento e della rapida escrezione dello stesso. Alcuni gruppi di persone, tuttavia, sono più vulnerabili alla tossicità orale dell’alluminio: quelli con diminuita capacità escretoria renale. Si tratta, in particolare, degli anziani, dei bambini al di sotto dei tre anni d’età, di soggetti alle prese con malattie renali e delle donne in gravidanza.

Alluminio in cucina: cosa dice la legge

In Italia l’utilizzo dell’alluminio a contatto dei cibi è disciplinato dal decreto ministeriale n. 76 del 18 aprile 2007, n. 76, contenente il "Regolamento recante la disciplina igienica dei materiali e degli oggetti di alluminio e di leghe di alluminio destinati a venire a contatto con gli alimenti". Nel documento sono previste specifiche disposizioni, legate soprattutto all’etichettatura dei contenitori in alluminio che devono recare particolareggiate istruzioni a proposito dell’idoneità o meno a conservare o a venire a contatto con determinati prodotti alimentari.

Alluminio in cucina: le prescrizioni da seguire

Prima di utilizzare un prodotto in alluminio, insomma, occorre fare attenzione alle diciture riportate sulle etichette dello stesso, o sulla sua superficie. In particolare queste etichette ci dicono se il prodotto in alluminio è funzionale o meno a determinati scopi:

  1. Non idoneo al contatto con alimenti fortemente acidi o fortemente salati
  2. Destinato al contatto con alimenti a temperature refrigerate
  3. Destinato al contatto con alimenti a temperature non refrigerate per tempi non superiori alle 24 ore
  4. Destinato al contatto per tempi superiori alle 24 ore a temperatura ambiente solo per i seguenti alimenti: prodotti di cacao e cioccolato, caffè, spezie ed erbe infusionali, zucchero, cereali e prodotti derivati, paste alimentari non fresche, prodotti della panetteria, legumi secchi e prodotti derivati, frutta secca, funghi secchi, ortaggi essiccati, prodotti della confetteria, prodotti da forno fini a condizione che la farcitura non sia a diretto contatto con l’alluminio.

Nello stesso regolamento ministeriale si specifica che quanto sopra non si applica ai materiali e agli oggetti di alluminio ricoperto purché lo strato a diretto contatto con gli alimenti costituisca un effetto barriera.

Alluminio in cucina: l’invito

L’invito, dunque, è quello di controllare attentamente ciò che è scritto sul prodotto di alluminio. E se non c’è scritto niente? Semplice: vuol dire che si tratta di un prodotto non a norma, fuorilegge, dal momento che chi lo ha realizzato non ha seguito le disposizioni legislative a riguardo. Meglio non correre rischi, evitando di utilizzarlo.

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