Capodanno tra fortuna e sfortuna: gli alimenti da mangiare e quelli vietati
Sapete quali sono i cibi portafortuna da mangiare a Capodanno? E quelli che non andrebbero mai consumati? Scopriamoli insieme.
Inutile nasconderlo o fare finta di niente: il 31 dicembre tutti fanno un bilancio dell’anno appena trascorso. Qualcuno è abbastanza soddisfatto (tranquilli, è quasi impossibile raggiungere la felicità piena), mentre altri tremano al solo ricordo dei 365 giorni vissuti. A prescindere dal proprio schieramento, se top o flop, i cibi portafortuna sono un must have di Capodanno. Dall’uva alle lenticchie, passando per il peperoncino: vediamo quali sono gli alimenti che, secondo le varie tradizioni del mondo, sono simbolo di abbondanza e prosperità e non devono mai mancare sui banchetti dell’ultimo giorno dell’anno.
- I cibi portafortuna per Capodanno
- L'uva: la protagonista del Capodanno
- Le lenticchie
- Il peperoncino: un cornetto commestibile
- Mandarino, simbolo di eternità
- La melagrana, simbolo di fertilità
- Il maiale: must have di Capodanno, anche per i vegani
- Il riso, dall'oriente con furore
- Frutta secca, in Francia è quasi un obbligo
- Cosa non mangiare a Capodanno
I cibi portafortuna per Capodanno
Non tutti credono alla dea bendata, ma è pressoché impossibile trovare qualcuno che a Capodanno non mangi i classici cibi portafortuna. Per tradizione o per scaramanzia, non importa il motivo, ciò che conta il 31 dicembre è portare in tavola alimenti associati alla buona sorte. Alcuni simboleggiano il denaro, altri l’amore e altri ancora la prosperità in tutte le sue forme. Ovviamente, le tradizioni cambiano da Paese a Paese, ma questo non significa che non ci siano pietanze che accomunano culture differenti.
Dalle lenticchie al cotechino, passando per il peperoncino, l’uva e il marzapane: i cibi portafortuna dell’ultimo dell’anno sono tanti e vale la pena conoscerli. Visto che non sono nocivi, potreste anche portarli in tavola per tentare la fortuna. Provare non costa nulla, ma dovrete aspettare un anno per vedere se gli alimenti hanno fatto effetto. Al massimo, se non otterrete alcun beneficio potreste comunque dire di averci provato.
L’uva: la protagonista del Capodanno
L’uva porta soldi: quante volte avete sentito ripetere questa frase a ridosso del 31 dicembre? Nei giorni che precedono Capodanno, anche se il frutto raggiunge prezzi stellari, è quasi introvabile. Secondo la tradizione, è simbolo di ricchezza ed è portatrice di abbondanza. La tradizione di consumarla in questo giorno di festa è nata nei primi anni del Novecento in Spagna, dove ancora oggi, allo scoccare della mezzanotte, si consumano 12 chicchi, uno per ogni mese dell’anno. Quanti hanno maggiori speranze esprimono anche altrettanti desideri.
Alcune persone, invece che mangiare 12 acini allo scoccare della mezzanotte, li consumano negli ultimi 12 secondi dell’anno vecchio. Durante questa specie di count down, niente e nessuno vieta di ripercorrere gli ultimi 365 giorni e augurarsi il meglio per l’anno a venire. A prescindere dalla fiducia nella dea bendata, l’uva è un frutto ricco di antiossidanti, quindi mangiarlo è salutare.
Le lenticchie
Il 31 dicembre non c’è una casa italiana sprovvista di lenticchie. Considerando che questa prelibatezza made in Italy è anche una delle ricette più cercate su Google nel 2024, la sua onnipresenza non stupisce. Con una forma che non a caso ricorda quelle delle monete, questi legumi vengono consumati fin dai tempi degli antichi Romani, quando venivano addirittura regalati all’interno di piccoli sacchetti come augurio di ricchezza.
Le lenticchie, così come l’uva, "portano soldi", ma in questo caso non c’è una regola sul numero di ‘chicchi’ da consumare. In ogni modo, sappiate che a Capodanno un bel piatto è d’obbligo, ma se non volete esagerare o non amate troppo questo legume va bene anche un cucchiaio. Come sempre, ciò che conta è ingerire almeno uno dei cibi portafortuna.
Il peperoncino: un cornetto commestibile
Mentre per le culture Maya il peperoncino simboleggiava la forza segreta delle donne, oggi è associato soprattutto alla fortuna ‘popolare’. Il motivo è presto detto: ha un buon prezzo ed è facilmente coltivabile. Ergo, è alla portata di tutti. Con la sua forma simile al classico cornetto napoletano, un tempo veniva appeso fuori dalle porte per scacciare il malocchio. Inoltre, secondo la tradizione, le donne lo mettevano sotto al cuscino dei mariti per scongiurare i tradimenti.
Oggi il peperoncino è, per molti, uno dei cibi portafortuna più efficaci. Anche in questo caso, però, la spiegazione è un misto tra mito e leggenda. Grazie alla sua forma, ricorda le corna degli animali che venivano appesi all’ingresso delle abitazioni per portare potenza e fertilità agli abitanti.
Mandarino, simbolo di eternità
Altro cibo portafortuna, con un significato più spirituale rispetto agli altri, è il mandarino. Grazie alla sua forma rotonda, infatti, questo agrume simboleggia qualcosa che non finisce mai, l’infinito, l’eternità. Ovviamente, considerando che si parla di alimenti in un modo o nell’altro collegati alla dea bandata, il simbolismo ‘materiale’ non può mancare. Essendo rotondo, il frutto ricorda anche le monete, quindi il ‘dio’ denaro, e rappresenta il prestigio. Insomma, mangiarne uno a Capodanno male non fa. Poi, il profumo che dissolve nell’aria è unico: potete addirittura mettere le bucce sopra ai termosifoni per ottenere un’aromaterapia a costo zero.
La melagrana, simbolo di fertilità
Nell’antica Grecia associato a Giunone e Venere, rispettivamente dea della fecondità e della bellezza, la melagrana è immancabile sui banchetti del 31 dicembre. I suoi grani, piccoli, succosi e di colore rosso, rappresentano l’abbondanza e la fertilità. Secondo la tradizione, la notte di Capodanno bisognerebbe rompere un frutto davanti alla porta della propria abitazione e, in base ai semi che rotolano fuori, si potrà prevedere la ricchezza dell’anno a venire. Ovviamente, questa pratica si può eseguire anche a tavola, facendo cadere i semi nel piatto e consumando la melagrana in tutta tranquillità.
Il maiale: must have di Capodanno, anche per i vegani
Quanti mangiano la carne non rinuncerebbero mai al maiale, ancor di più a Capodanno. Simbolo di ricchezza fin dai tempi degli antichi Romani, l’animale veniva macellato nei giorni a ridosso del solstizio d’inverno, nei cosiddetti Saturnali, quando si banchettava e ci si scambiava doni di vario genere. Una festività che potremmo quasi paragonare al nostro Natale. Ma perché il maiale è un cibo immancabile il 31 dicembre? Il motivo è da ricollegare proprio al suo comportamento: va a caccia di cibo con il naso in avanti e non cammina mai all’indietro.
Pertanto, rappresenta la forza con cui si affrontano le incombenze quotidiane, coloro che, nonostante gli ostacoli e le cadute, non si voltano mai indietro. Mangiarlo a Capodanno, quindi, equivale a un potente augurio: fortuna, soldi e miglioramento. Secondo la tradizione bisognerebbe consumare proprio il muso, ma per tentare la sorte va bene qualsiasi altro taglio.
Generalmente, quanti non mangiano il maiale usano il marzapane per raffigurare il muso dell’animale. Sembra, infatti, che questo escamotage vegan porti fortuna quanto la pietanza di carne. Alimento considerato da sempre simbolo di ricchezza e benessere – il suo nome arabo in italiano si traduce con la parola moneta – è molto amato al Sud Italia, in Svizzera e Germania.
Il riso, dall’oriente con furore
Uno dei cibi portafortuna di Capodanno, non tanto in voga nel Belpaese, è il riso. Un’antica leggenda cinese racconta che il riso è nato grazie a un genio buono che, volendo aiutare dei contadini affamati, si strappò due denti e li lanciò in una palude. Qui nacquero le prime piantine e i contadini non morirono di fame. Simbolo di buona vita, tanto che viene lanciato ai novelli sposi, è portatore di fortuna, salute, prosperità e abbondanza. Visti i suoi ‘pregi’, consumarlo il 31 dicembre è quasi un obbligo. Se non volete mangiarlo potete anche usarlo come decorazione o segnaposto per il cenone.
Frutta secca, in Francia è quasi un obbligo
In Italia, la frutta secca legata al Capodanno è una: il dattero, simbolo per eccellenza di fertilità. In Francia, invece, se ne consumano almeno sette tipi diversi. La tradizione vuole che al termine del banchetto dell’ultimo dell’anno tutti i commensali abbiano mandorle, noci, fichi secchi, nocciole e altre varietà. Non importa la tipologia, ma è fondamentale che siano 7 e tutte diverse, altrimenti l’augurio di fortuna e prosperità va a farsi friggere.
Cosa non mangiare a Capodanno
Mentre i cibi citati fin qui sono noti come portafortuna ce ne sono altri che non andrebbero mai consumati a Capodanno. Al primo posto troviamo a pari merito l’aragosta e i gamberi che, stando alla leggenda, porterebbero sfortuna. Il motivo? A differenza del maiale, camminano all’indietro e quindi rappresentano una sorta di blocco, una mancata evoluzione. Altri alimenti banditi dal banchetto del 31 dicembre sono i volatili perché, proprio per il loro volare, portano via la fortuna.