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Se la carbonara diventa un cocktail: tutte le bevande ispirate ai primi, secondi e dolci

Scopriamo quali sono i cocktail ispirati alle ricette più famose del mondo: dalla carbonara alla cacio e pepe, passando per il ramen e il pollo al curry.

cocktail giallo con schiuma

Basta pensare a un bel piatto di carbonara per avere la classica sensazione di acquolina in bocca, ma possiamo dire la stessa cosa pensando a un cocktail? La domanda sorge spontanea perché, da qualche tempo, nel settore della mixology va di gran moda preparare bevande dedicate ai piatti più famosi d’Italia: dai primi ai dolci. La carbonara non manca, così come la cacio e pepe e il pesto. Scopriamoli tutti e cerchiamo di capire com’è possibile declinare un alcolico o un superalcolico in una ricetta salata.

Carbonara cocktail: chi l’ha inventato e come si fa

Da qualche anno a questa parte, l’arte della mixology fa sempre più proseliti. Eppure, quando si parla di cocktail ispirati o basati sui più famosi piatti della tradizione gastronomica un po’ di scetticismo è lecito. Come può una bevanda dare la sensazione di mangiare una carbonara o una cacio e pepe? Difficile dirlo, ogni barman ha dei segreti, ma tutti sono pronti a scommettere di riuscire a servire sour con gli ingredienti tipici della ricetta, perfino con tuorlo d’uovo, formaggio pecorino e guanciale.

Prima di scoprire il carbonara cocktail, una precisazione è d’obbligo. Anche se questa bevanda è nata in Italia, il merito di aver reso celebre questo filone è di Ryan Chetiyawardana, uno dei bartender più creativi e famosi al mondo. Titolare del Dandelyan di Londra, miglior bar al mondo per la World’s 50 Best 2018, ha ideato diversi drink. Il più famoso è il Bone Dry Martini, una rivisitazione di quello classico, a base di ossa di pollo arrosto disciolte in acido fosforico mescolate con un distillato di limoni e poi shakerate con vodka fatta in casa. Il sapore, strano ma vero, è molto simile al koththu roti, il pollo al curry tipico dello Sri Lanka, terra d’origine di Chetiyawardana.

Dopo di lui, a far parlare di questa tendenza è stato Faye Chen, bartender del Double Chicken Please di New York, migliore bar del Nord America del The World’s 50 Best Bars 2023. È lui l’inventore del Cold Pizza Margarita che, udite udite, ha proprio il gusto della famosa pizza napoletana. Il cocktail è a base di tequila al formaggio e toast bruciato, cordiale di lime e basilico, tè oolong, acqua di pomodoro e albume d’uovo.

Seguendo i passi dei suoi colleghi, Massimo D’Addezio, uno dei più famosi bartender italiani, ha ideato il suo Carbonara Sour. Un drink dolce e molto gustoso, fresco e leggero a base di guanciale, uova, pepe nero e vodka. Quest’ultima, è bene sottolinearlo, subisce il processo del fat washing col guanciale. È l’albume, invece, a dare l’effetto acidulo tipico dei sour. Come già sottolineato, ogni barista ha i suoi segreti, ma in linea di massima per preparare un cocktail che dia l’impressione di un bel piatto di bucatini alla carbonara bisogna assolutamente utilizzare tre ingredienti: foam di pecorino romano DOP del Lazio, vodka infusa al guanciale e Tom e Jerry butter (composto a base di uova, burro, zucchero, succo di limone e spezie che serve per preparare l’omonimo cocktail).

Ovviamente, non basta mettere insieme gli ingredienti e shakerare: la mixology è un’arte e come tale va rispettata. Così come nel mondo della cucina, anche nel beverage è fondamentale riuscire ad accoppiare correttamente gli ingredienti e, soprattutto, saper regolarsi con le dosi.

cocktail su un bancone del bar

I cocktail ispirati ai piatti più famosi

Oltre al cocktail ispirato alla carbonara ce ne sono tanti altri che riscuotono apprezzamenti un po’ ovunque, anche fuori dall’Italia: dagli Stati Uniti all’Asia, passando per l’Europa. Al bar Danico di Parigi, ad esempio, è super gettonato lo Zaru Soba di Nico De Soto, che prende spunto dalla soba giapponese. Secondo qualcuno bevendolo si rintraccia anche il gusto del ramen.

Un’altra bevanda che promette un’esperienza del gusto è il Pesto Martini, inventato presso il bistrot Moebius di Milano. Come suggerisce il nome, anche se si trova in Lombardia invece che in Liguria, il drink è dedicato al famoso pesto genovese. A base di vodka infusa al pesto, vermouth dry, vermouth bianco, soluzione salina e aceto balsamico, ha sentori di basilico che smorzano un po’ il classico sapore della vodka.

In quel di Roma non poteva mancare un bel cocktail Cacio e Pepe. Ideato nel locale The Court, situato nei pressi del Colosseo, viene preparato con vodka e gin ridistillati con pecorino romano, pepe nero vaporizzato sul bicchiere al momento del servizio. Per rendere ancora più immersiva l’esperienza, il drink viene servito con una piccola cialda di pecorino romano cucinata nel vicino ristorante stellato Aroma. Secondo i sostenitori, il gusto è davvero quello di un bel piatto di cacio e pepe.

Spostandoci in Campania, dove il settore della mixology ha trovato terreno fertile, troviamo una bevanda ispirata a un classico della tradizione gastronomica italiana: lo spaghetto al pomodoro. Nato nel Laboratorio Folkloristico di Pomigliano d’Arco, il cocktail si chiama ‘A Vicchiarella ed è a base di vodka, olio d’oliva, basilico, acqua di pomodoro e acqua frizzante. Il risultato? Un drink con bollicine molto fresco, dal gusto simile a una fresella o una marinara.

Restando in terra campana, non possiamo citare un grande classico della cucina napoletana: sua maestà la pastiera. Creato da Mattia Giuseppe Esposito e Giusy Martinez del Misture Cocktail Bar, è a base di whisky, grano e zucchero, succo d’arancia, ricotta e latte (questi ultimi trattati con la tecnica del fat washing). Quando viene servito al tavolo, si aggiunge l’essenza di millefiori tipica del dolce e una cialda di frolla.

Se vi dicessimo che a Bologna esiste un cocktail dedicato alla mortadella? Ideato da Alex Fantini del Very Nice, il Mortadella Sour è fatto con liquore homemade alla Mortadella Bologna Igp ottenuto per sferificazione e un tocco di vodka. Per rendere ancora più emmersiva l’esperienza non poteva mancare il pistacchio, aggiunto sotto forma di crema sul bordo del bicchiere al momento del servizio. Il sapore è quasi identico a quello del tipico affettato dell’Emilia Romagna.

Avete voglia di una pizza provola alla pizzaiola? Se vi recate da Cinquanta a Pagani, in provincia di Salerno, potete assaggiare un drink che vi lascerà senza fiato. Si chiama Casa Maria ed è una rivistazione del classico Bloody Mary. È realizzato con vodka ridistillata con la provola affumicata, sciroppo con la conserva di San Marzano, acqua di pomodoro ottenuta con un ragù poi chiarificato e due gocce di tabasco. Il gusto? Leggermente piccante, ma fresco e piacevole al palato.

Sapore completamente diverso per il cocktail creato nel locale Piazza di Nico Sacco a Viterbo. La bevanda, strano ma vero, sa di pane, burro e alici. Gin con colatura di alici e burro con la tecnica del fat washing, con la nota di pane data dall’infusione sottovuoto di un vermut dry francese con il pane tostato. Il tutto arricchito da un bitter al prezzemolo. Un drink corposo, ma comunque fresco.

Concludiamo questo piccolo tour nel settore della mixology con l’insalata di arance siciliana di Luca Bruni del Depero di Rieti. Mescolando alla perfezione vodka, cordiale di finocchio e arancia, salamoia di olive, clorofilla e aceto di sidro di mele, il bartender ha ottenuto una bevanda leggera, con note sapide e agrumate che lo rendono particolarmente piacevole.

giovane guarda obbiettivo con cocktail in mano e amici chiacchierano e bevono sullo sfondo

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