Birre più alcoliche al mondo e le più vendute in Italia: le classifiche
Scopriamo la classifica delle birre più alcoliche al mondo e le bottiglie più amate e acquistate dagli italiani.

Così come il vino, anche la birra vanta tanti estimatori. Ogni anno il suo commercio cresce sempre di più, non soltanto nel periodo estivo quando le temperature bollenti spingono a bere una gustosa bionda ghiacciata. Eppure, non tutte le etichette sono indicate per un brindisi spensierato con gli amici. La causa? La gradazione alcolica, che in alcuni casi raggiunge quella dei superalcolici. Scopriamo quali sono le birre più alcoliche al mondo e quelle più apprezzate dagli italiani.
- La classifica delle birre più alcoliche al mondo
- Birre più vendute in Italia: fedeltà per le bionde nostrane
La classifica delle birre più alcoliche al mondo
Un tempo la birra era considerata una bevanda esclusivamente estiva, con un consumo medio nettamente inferiore rispetto al vino. Oggi, fortunatamente, non è più così e gli estimatori della bionda crescono di anno in anno. Non solo, in tutto il mondo sta crescendo sempre di più anche il mercato artigianale e l’Italia, culla di birrifici più o meno grandi che sfornano etichette di un certo livello, si sta facendo apprezzare a livello globale. Il Belpaese, però, non è riuscito a conquistare un posto nella classifica delle birre più alcoliche del globo. Un male o un bene? Né l’uno né l’altro, visto che parliamo di gradazione alcolica e non di qualità.
Prima di vedere quali sono le cinque birre che contengono più alcol, una precisazione è necessaria. Parliamo di etichette che non sono adatte a un consumo quotidiano, destinate a veri intenditori o collezionisti. Sia chiaro, garantiscono un’esperienza gustativa unica nel suo genere, ma la gradazione alcolica è davvero importante, per cui bisogna esserne consapevoli e soprattutto non dimenticare che bere con moderazione, di qualsiasi alcolico si tratti, è sempre la scelta più giusta. Fatta questo breve e doveroso appunto, veniamo alla classifica.
Al quinto posto abbiamo la Schorschbock (57% ABV), prodotta dal birrificio tedesco Schorschbräu. Una bottiglia molto particolare che si ottiene con il metodo tradizionale dell’eisbock. Questo prevede il congelamento della birra e la rimozione dei frammenti di ghiaccio, in modo da ottenere un tenore alcolico elevato e un sapore molto forte e "piccante". In quarta posizione troviamo The Strength in Numbers (57% ABV), etichetta nata dalla collaborazione tra Schorschbräu e il birrificio scozzese BrewDog. Anche questa si ottiene con la tecnica dell’eisbock.
Il terzo posto va alla birra belga Koelschip Start the Future (60% ABV). Prodotta con un antico metodo di fermentazione, ha un gusto forte, destinato a un pubblico molto ristretto. In seconda posizione abbiamo un altro birrificio scozzese, Brewmeister, con la sua Armageddon (65% ABV). Realizzata con purissima acqua di una sorgente del Paese, attualmente non è in commercio. Al primo posto delle birre più acoliche del mondo troviamo sempre un’etichetta di Brewmeister, la Snake Venom (67,5% ABV). Prodotta con malto di torba affumicata e lieviti di champagne, ha una gradazione alcolica davvero elevata.
Per ottenere birre con gradazioni alcoliche altissime (nella norma l’ABV è tra il 4 e il 6%), si seguono tecniche particolari e ingredienti selezionati. I metodi più comuni sono: congelamento parziale, fermentazioni multiple e malti speciali. Considerando che parliamo di bottiglie che non avranno mai un mercato paragonabile a quello delle bionde classiche con meno alcol, vengono sempre prodotte in piccole quantità e distribuite in occasioni speciali o edizioni limitate. C’è, però, un altro motivo per cui il loro commercio non è così esteso: il costo. Spesso etichette di questo tipo hanno prezzi importanti, che partono da 40 euro per 40 ml, per cui il pubblico di riferimento non può che essere di nicchia.
Birre più vendute in Italia: fedeltà per le bionde nostrane
Tralasciando le birre più alcoliche del mondo, che in Italia hanno un commercio pressoché inesistente, è curioso scoprire quali sono le marche che hanno più successo. Secondo l’ultimo report Alcoholic Drinks condotto da Brand Finance, gli italiani vanno pazzi per la Ichnusa. Senza ombra di dubbio, il merito non è soltanto della qualità della birra, ma anche dell’operazione di marketing effettuata dall’azienda. Non dimentichiamo, infatti, che durante la scorsa estate siamo stati letteralmente subissati dagli spot del birrificio sardo. Ovunque, dalla televisione ai social. Fortunatamente, il primo posto in classifica l’ha ottenuto anche grazie all’attenzione nei riguardi della sostenibilità. La pubblicità, quindi, ha un peso, ma non è tutto.
Birra Ichnusa Filtrata Cartone Bottiglie
In seconda posizione troviamo la Peroni, che tra l’altro è l’unico brand italiano presente nella classifica mondiale. Anche in questo caso, le strategie di marketing hanno giocato un ruolo importante, portando ad un incremento delle vendite del 17%.
Peroni Nastro Azzurro Fermentazione Rinfrescante
Al terzo, quarto e quinto posto troviamo in ordine: Moretti, Heineken e Corona. Quest’ultimo marchio, è bene sottolinearlo, ha il maggiore valore al mondo. Dalla sesta alla decima posizione abbiamo: Angelo Poretti, Beck’s, Birra Messina, Ceres e Tuborg.
Birra Moretti Bottiglia Confezione 660
Per quanto riguarda la classifica mondiale, Drinks International Brands Report 2024, la situazione è molto diversa. La birra ha conquistato il primo posto, l’Heineken, è quella più consumata in tutti i bar del globo. Risultato che, tra l’altro, ha raggiunto per il nono anno consecutivo. In seconda posizione, per il secondo anno di seguito, troviamo l’unica birra scura, la Guinness. Il terzo posto è andato a un’etichetta giapponese, la Asahi Super Dry, mentre il quarto porta in alto la bandiera italiana: la Nastro Azzurro.
Heineken Birra Bottiglia Ml 330 Pacco
In quinta posizione c’è la spagnola Estrella, mentre in sesta la belga Stella Artois. La Corona, pur avendo maggior valore di mercato rispetto alle altre birre, ha conquistato il settimo posto. L’ottavo, invece, è andato alla giapponese Kirin e il nono alla ceca Pilsner Urquell. A chiudere la top ten è la filippina San Miguel, molto gettonata anche in Italia.
Corona Extra Birra Bottiglia 24x33cl
È interessante anche dare uno sguardo alle tipologie di birre più apprezzate in tutto il globo. Il 50% dei bevitori preferisce la lager, seguita dalla Pilsner (41%). Tra le altre che vanno per la maggiore troviamo: blanche (31%), weiss (28%), indian pale ale (22%), belgian ale (18%) e american pale ale (11%). La lager è la varietà più amata per diversi motivi, specialmente per gli abbinamenti in cucina: dalle grigliate di pesce(43%) a quelle di carne (36%), passando per i primi piatti (39%). La weiss, invece, piace soprattutto come bevanda da sorseggiare con insalate e verdure fresche (45%), mentre la american pale ale sia con i piatti di carne (34%) che con i primi (32%).
Un’ultima precisazione per quel che riguarda il commercio di birra in Italia è d’obbligo. Negli ultimi tempi, oltre ai birrifici più famosi che abbiamo citato fin qui, è cresciuto molto l’interesse della popolazione nei riguardi delle aziende più piccole, che propongono etichette artigianali ottenute con materie prime di qualità. Secondo l’ultimo report Birra artigianale, filiera e mercati di Unionbirrai, da Nord a Sud, passando per il Centro dello Stivale ci sono più di 1300 birrifici artigianali, numero che fa piazzare l’Italia al sesto posto della classifica europea di stabilimenti dedicati alla bevanda.