La storia della colomba pasquale
La colomba di Pasqua ha una sua leggenda, un racconto che si perde nella memoria e che illustra come è arrivato ai giorni nostri uno dei simboli della cucina di Pasqua.
La storia della colomba pasquale
Anche la colomba di Pasqua ha una sua leggenda, un racconto che si perde nella memoria e che illustra come è arrivato ai giorni nostri uno dei simboli della cucina di Pasqua.
La leggenda narra che un monaco irlandese Colombiano durante un suo lungo viaggio si trovò a passare, insieme ad altri monaci, per il regno Longobardo nelle vicinanze di Pavia.
Qui furono ricevuti, con tanto di onori come si conviene a dei monaci pellegrini, dalla regina Teodolina che per augurare loro il benvenuto fece servire un pranzo dedicato in loro onore.
Fu un pasto decisamente sontuoso la cui base era la selvaggina e anche di quella pregiata.
Mangiare tanta carne all’epoca era cosa non solita, specie per la difficoltà di recuperare la materia prima, non così tanto disponibile all’epoca.
I monaci però, pur davanti a tanta carne pregiata e dopo un così lungo viaggio, non si sarebbero potuti cibare di queste pietanze poiché ci si trovava ben periodo di Quaresima dove naturalmente si doveva mangiare di magro.
Colombano ed i suoi monaci però altrettanto non volevano essere scortesi di fronte ad un generoso gesto della sovrana.
Ecco quindi che il monaco disse di voler benedire il cibo prima del suo consumo, adottando il buon auspicio per tutta la corte come pretesto.
E fu cosi che proprio durante il rito della benedizione la selvaggina mutò il suo aspetto diventando delle colombe di pane dando così modo dalla regina di comprendere il suo errore ma nello stesso tempo consentendo a tutti i monaci di poter gustare il pranzo.
Da queste colombe e da questa leggenda ebbe quindi origine il celebre dolce oggi presente sulle nostre tavole.
Come spesso accade le leggende si moltiplicano e altra racconta invece che durante la battaglia di Legnano, alle porte di Milano, nel 1176 apparvero 3 colombe a vegliare sulle insegne lombarde quale simbolo della protezione divina nel confronti della Lega dei comuni lombardi contro Barbarossa.
Vinta la battaglia proprio in tributo a quelle 3 colombe propiziatorie vennero confezionati dei pani dolci.
Qualunque sia l’origine quello che è certo che la colomba pasquale, per come oggi viene da noi conosciuta, la si deve ad Angelo Motta, l’imprenditore già noto per il panettone, che negli anni 30 del secolo scorso volle provare a confezionare un dolce dedicato alla Pasqua sfruttando la tecnica e la strumentazione in uso per il dolce natalizio.
Era anche un’idea estremamente lungimirante, dando modo all’azienda di proseguire la propria produzione dolciaria non confinandola più nei 3-4 mesi di Natale ma allungando il periodo di ulteriori 3-4 mesi, dando modo anche ai lavoratori di avere un impiego di durata maggiore.
Ed ecco infatti che la colomba nasce con un impasto simile la cui principale differenza è che nella versione pasquale il dolce è ricoperto da mandorle e zucchero e viene privato della uva passa.
Recentemente, ovvero dal 2005, la colomba pasquale è stata regolamentata e in base alla presenza o meno del burro, della glassa e dei tempi di cottura il dolce potrà fregiarsi del nome di Colomba Pasquale rispetto al più anonimo Dolce Pasquale.