La storia della Pastiera Napoletana, un simbolo di Pasqua
Storia e leggenda spesso si miscelano quando parliamo di ricette antiche. Le origini della pastiera napoletana sono davvero molto antiche e la ricetta è stata dedicata all’arrivo del periodo primaverile.
Quanto giunto ai giorni nostri a tutti gli effetti pare essere senz’altro leggenda ma qualunque sia la sua provenienza è affascinante e vale la pena di conoscerla.
La leggenda infatti narra che la sirena Partenope, affascinata dal Golfo di Napoli, l’aveva adottata come sua dimora e da qui cantava a tutti i passanti con la sua dolcissima voce.
E proprio il popolo della Napoli dell’epoca pagana per ringraziarla era sovente portare dei doni, nella misura di sette come le meraviglie del mondo, ognuno dei quali aveva un preciso significato.
Il primo dono era infatti la farina, il simbolo della ricchezza, il secondo la ricotta, simbolo dell’abbondanza ed il terzo il simbolo della riproduzione, ossia le uova.
Il quarto dono era del grano cotto nel latte, come tributo alla fusione del regno animale a quello vegetale, il quinto erano i fiori di arancio, il simbolo della Campania.
Gli ultimi due erano le spezie, un vero omaggio non solo dei napoletani ma di tutti i popoli e l’ultimo invece lo zucchero, il ringraziamento per la dolcezza della voce della sirena.
Il gradimento di Partenope fu immenso ma nel raccoglierli fece poca attenzione mescolandoli tutti e dando quindi vita inconsapevolmente alla prima pastiera mai prodotta.
Da questo momento la pastiera entrò nella tradizione cristiana ed ancora oggi uno dei simboli con cui festeggiare la Pasqua.
Nelle tavole moderne la pastiera rappresenta il simbolo della pace.
La preparazione della pastiera, vuole in questo caso la tradizione, deve avvenire il Giovedì Santo poiché ad essere laboriosa e lunga, necessita di un periodo di riposo che può arrivare anche ad una decina di giorni purché lasciata a temperatura ambiente e non in frigorifero, dove invece durerebbe solo poche ore.
Altra leggenda che ricorda come la pastiera sia nata vi è quella del re Ferdinando II di Burbone che, pur essendo persona solare e divertente, aveva in sposa Maria Carolina d’Austria che invece era l’esatto opposto con la sua aria severa e rigorosa. Una regina il cui sorriso non era proprio noto, vista la sua rigidità.
Pare quindi che un giorno, sotto invito costante del marito, la regina assaggiò una fettina di pastiera e non potè fare a meno di esprimere un sorriso contento e soddisfatto.
Da quel giorno quindi il re Ferdinando viene ricordato per la frase ‘per far sorridere mia moglie ci voleva la pastiera, ora dovro’ aspettare la prossima Pasqua, per vederla sorridere di nuovo.
Di storia invece si parla riferendosi alle monache del convento di San Gregorio Armeno, abili manipolatrici della sua delicata pasta che confezionavano in numero decisamente consistente.
Questa probabilmente la vera nascita del tipico dolce di Pasqua.
Qualunque sia la sua nascita, oggi siamo in grado di mangiare un dolce per eccellenza che è stato oramai sdoganato dalla sola Pasqua arrivando ad essere un dolce consumato sempre, specie in primavera.