Pianeta pane
Il pane occupa un posto particolare sulle tavole dal momento che ci riporta alla mente antiche tradizioni contadine e preparare il pane in casa è occasione per riscoprire gli antichi sapori di una volta.
La civiltà non è iniziata con la ruota, bensì con il grano
, e quindi con il pane!
All’inizio l’uomo si nutriva con cereali, grano, miglio, avena, frumento, segale, e dopo averlo prima utilizzato abbrustolito o addirittura crudo iniziò successivamente a farlo cuocere in zuppe o pappe di cereali.
Agli Egizi poi si fa risalire l’invenzione del primo forno, dove venivano messe grossolane pagnotte ricavate dall’impasto di grano schiacciato e acqua.
Fu la Grecia a perfezionare i forni e ad inserire a pieno diritto il pane nella storia della gastronomia.
Una curiosità: i fornai greci dipingevano sui forni delle facce orribili per scoraggiare chi, aprendo la porta del forno per vedere la cottura del pane, avesse fatto entrare correnti fredde d’aria con conseguente rovina della cottura.
I Romani, impadronitisi in ritardo dell’arte panettiera, la perfezionarono ai massimi vertici presentando, nelle case dei ricchi ovviamente, una pane con forme differenti a seconda dell’evento che si sarebbe svolto, una cetra per il poeta, un cuore per gli innamorati e così via.
Facciamo un balzo nel tempo e arriviamo alla rivoluzione francese, per evidenziare come alla Bastiglia il popolo, più che prigionieri o teste da tagliare, cercasse la farina, ricordiamo la sventurata frase pronunciata dalla regina Maria Antonietta: “Se non hanno pane, date loro delle brioche“!
Ad un’altra regina francese, Maria De’ Medici, va invece il merito di aver inventato la moda del pane preparato col lievito di birra, da allora denominato “pain de la Reine“.
Nella storia il pane ha svolto tanti ruoli, e molti di essi sono ricchi di significati, gli ebrei gettano una pallina di pasta nel fuoco perché il primo boccone sia dedicato a Dio, in Russia il miglior augurio che si possa fare consiste nella frase: “che tu non rimanga mai senza pane finché vivi“, tra i popoli del deserto in segno di benvenuto si offre all’ospite che entra in casa una mollica di pane con un pizzico di sale, in Polonia la sposa distribuisce agli invitati, all’uscita dalla chiesa, delle bambole di pane con una moneta all’interno, in Italia sussiste la tradizione dei “Mustazzoli“, panpepati modellati a mano con cui si fanno ex voto e oggettini ricordo di qualche pellegrinaggio.
Tutti ricordiamo espressioni quali “tozzo di pane” (quello che si doveva al mendicante, agli affamati) e ricordiamo che ciò che non era pane era “companatico”, cioè qualcosa che andava insieme al pane: il pane era l’alimento base, al massimo ci si metteva sopra un po’ di pomodoro, o cipolla, o qualche volta un salume, un poco di formaggio o di ricotta, ma il pane restava l’alimento di base.
Trascurato in tempi di boom e di corsa verso la città perché troppo legato alla terra, eccolo di nuovo, accolto con tutti gli onori, sulla tavola e sugli altari del nostro recente edonismo capace di soddisfare molti sensi contemporaneamente: non solo il gusto ma la vista (un bel pane, le sue splendide forme, il suo design, il centrotavola); l’olfatto (il sapore di pane e a volte di farina); il tatto (liscio, rugoso, ecc.); perfino l’udito (un pane che scrocchia in una certa maniera…).
La creatività dei fornai, veri e propri artigiani, rende diverso un prodotto che può sembrare sempre lo stesso ma che ha numerose sfaccettature e caratteristiche qualitative a seconda dei paesi dove lo si consuma. Aggiunte originali di nuovi ingredienti sono riuscite a diversificare l’offerta creando una serie di prodotti in grado di accontentare tutti i palati.
Qualità e forme sono uno degli aspetti più caratteristici e se vogliamo anche originali di questo alimento, dalla baguette francese alla nostra tradizionale rosetta, dal pane integrale, al pane d’orzo fino ad arrivare a prodotti dove si trovano miscelati alla classica composizione di lievito, farina, acqua e sale altri elementi naturali come cipolla, pomodoro, olive, rosmarino, sesamo ed altri prodotti della terra che valorizzano e vengono valorizzati da questa gioia della gola.
Oggi il consumo del pane è notevolmente diminuito, soprattutto a causa di un cambiamento piuttosto radicale dei costumi dell’uomo moderno che per salvaguardare la propria linea ha drasticamente rivoluzionato la propria dieta bandendo grassi, carboidrati e proteine. Questo è lo scotto che si deve pagare per essersi lasciati influenzare dalle linee mozzafiato di modelle sempre più magre che per l’onore della passerella e dei rotocalchi hanno convinto milioni di persone a non mangiare.
Resta comunque indiscusso il fatto che sulla tavola a farla da padrona rimane sempre una bella pagnotta croccante e sfidiamo chiunque a passarle vicino senza provare la tentazione di darle un bel morso!