Dieta a zona
La dieta a zona prevede un consumo giornaliero proporzionale di proteine carboidrati e grassi che sono suddivisi in blocchi per agevolarne il calcolo e devono rispettare una determinata proporzione.
Ideata dal medico americano Barry Sears, la dieta a zona sfrutta la scoperta che un preciso rapporto tra carboidrati, proteine e grassi è in grado di attivare nel nostro organismo una secrezione ormonale in grado di farci funzionare e rendere al massimo.
Questa dieta, che sfrutta un rapporto tra i 3 elementi citati innanzi del 40-30-30 trova tra i suoi fautori le attrici Sandra Bullock e Jennifer Aniston.
Il regime a zona prevede un consumo elevato di proteine povere di grassi saturi, presenti nel tuorlo d’uovo, nei latticini e nella carne rossa, un consumo molto limitato di carboidrati e l’eliminazione dalla dieta dei cibi ad alto indice glicemico.
La dieta a zone del Dr. Sears prevede di utilizzare principalmente "carboidrati favorevoli", che implica il consumo di frutta e verdura. Infatti i carboidrati contenuti in questi alimenti sono suggeriti perché hanno un indice glicemico basso, e ciò significa che entrando lentamente nella circolazione sanguigna contribuiscono non solo a mantenere bassi e costanti i livelli di insulina, ma impediscono anche l’immagazzinamento del grasso corporeo.
Inoltre tra le proteine vengono preferite quelle a basso contenuto di grasso saturo, come il pollo, il pesce, il tacchino, l’albume dell’uovo e il tofu.
Negli anni ’60, il periodo del boom economico, questa dieta, o meglio regime alimentare, fu in parte abbandonata in quanto ritenuta troppo povera alla luce delle informazioni che arrivavano dall’America, ma nell’ultimo decennio si è andata sempre più rafforzando la corrente di coloro che ne propugnano l’utilizzo, in particolare il precursore fu lo studioso americano Ancel Keys, che a parte i vari studi pubblicati in materia visse ben 100 anni a dimostrazione della bontà di tale dieta.
PRO E CONTRO: la dieta a zona prevede, oltre ad un’alimentazione selezionata, anche l’abbinamento con lo sport e l’esercizio fisico e è un elemento di grande importanza che gioca a suo favore.
Tuttavia alcuni studiosi, tra i quali il professor Alberto Margonato, primario di Cardiologia dell’Istituto scientifico San Raffaele di Milano, e Robert Eckel, cardiologo dell’American Heart Association, sono concordi sul fatto che le diete che prevedono un alto consumo proteine e un basso tenore di carboidrati, come lo è appunto quella a zona, possano aumentare il rischio cardiovascolare.
Inoltre questa dieta non è adatta a chi soffra di gotta o di problemi renali e sono inoltre ritenute responsabili della demineralizzazione ossea (osteopenia) e in particolare della e della formazione di calcoli renali.
La dieta a zona si basa sul conteggio accurato dei grammi di proteine, grassi e carboidrati, ma poiché tutto questo conteggio dei grammi di proteine, dei carboidrati e del grasso può risultare difficoltoso, per renderlo di più semplice comprensione è stato sviluppato il sistema dei "blocchi".
Il sistema della dieta a zona prevede che un blocco di proteine equivalga a 7 grammi, uno di carboidrati a nove grammi e quello di grassi a tre grammi.
Diversamente dalle normali diete, in cui si stabilisce un apporto calorico e poi lo si suddivide per i pasti che si decide di seguire durante la giornata, nella Dieta a Zona si parte stabilendo il fabbisogno proteico in base alla percentuale di grasso e all’attività fisica svolta dal soggetto.
Una volta definito il fabbisogno settimanale, si divideranno i grammi necessari al giorno in modo che si vada quanto più vicino possibile al rapporto ideale di un pasto, cioè 1:1:1 tra i tre blocchi.
In questa dieta un ruolo molto importante è occupato dalla prima colazione che contribuisce ad accelerare il metabolismo e che dovrebbe essere assunta entro un’ora dal risveglio.
Avvertenza: le diete possono rivelarsi nocive per l’organismo, prima di iniziare una dieta consultate SEMPRE un medico o il dietologo.