Capocollo Campano, caratteristiche e ricette
Il capocollo campano è un insaccato che si ricava da alcuni pezzi scelti del maiale che vengono trattati interi e non tagliati e che vengono aromatizzati con differenti ingredienti a seconda della zona specifica di produzione. Approfondiamo la conoscenza del capocollo campano.
Il capocollo campano è un insaccato ricavato da alcuni pezzi scelti del maiale ed è uno dei prodotti tipici della Campania.
Il capocollo è un insaccato preparato con una parte della spalla di maiale e la parte superiore del collo. La carne e il grasso vengono tagliati in pezzi molto grandi e aromatizzati.
In altre parti d’Italia il capocollo è chiamato anche coppa perché deriva dallo stesso taglio.
Il capocollo ha un bell’aspetto vivace e una gran varietà di profumi, con un gusto delicato che persiste al palato. La sua preparazione parte dalla disossatura dopo di che viene cosparso di sale e tenuto così per circa una settimana.
Viene poi lavato e asciugato. Dopo questi preparativi esistono diversi metodi di preparazione che variano di zona in zona, come, per esempio, in alcuni luoghi si preferisce cospargerlo di aceto e aromatizzarlo con pepe a grani prima di procedere alla legatura.
In altre zone lo si aromatizza con aglio e semi di finocchio aggiungendo sempre il pepe. E ancora in altre zone il capocollo viene cosparso di pepe tritato e sale, in altre viene cosparso di peperoncino e semi di finocchio.
Si procede poi alla stagionatura che deve avvenire in locali ben aerati per circa quattro mesi.
Comunque sia il capocollo rimane sempre un buon piatto di affettato che può deliziare il nostro palato soprattutto se verrà accompagnato con un ottimo vino campano.
Il capocollo campano è diffuso soprattutto nelle zone di Avellino, Benevento e Val Fortore e si distingue per la sua forma allungata, dovuta all’utilizzo dell’intero muscolo dorsale del maiale, che non viene spezzato.
Viene aromatizzato con pepe e aglio pestati, finocchio selvatico e peperoncino.