Ricette con Ravanelli
I ravanelli sono ortaggi consumati perlopiù crudi in insalata, ma anche cotti in minestre che ne addolciscono il sapore, che così cucinato richiama quello delle rape. Scopriamo le loro caratteristiche.
Ravanelli, proprietà principali
I ravanelli sono ortaggi dalla stessa famiglia del sedano rapa, della rapa e del cavolfiore, ma anche della rucola e della senape. Ne esistono varietà tondeggianti, di colore rosso più o meno intenso, mezze lunghe, che si presentano come radici appuntite lunghe al massimo 10 cm e con una colorazione che va dal rosso al bianco, e allungate, di forma quasi cilindrica e tonalità che possono essere sia rosse che bianche. Da ricordare anche il daikon, una particolare tipologia nipponica. L’origine del ravanello è incerta, ma alcune fonti ne attribuiscono la paternità a Cina e Giappone, terre in cui sono presenti il maggior numero di specie. In Italia si coltiva prevalentemente in Lazio e Campania, ma anche in Piemonte, nel torinese, dove cresce la varietà lunga. Si raccoglie in primavera, nonostante la coltivazione in serra ne abbia esteso il consumo a tutto il periodo estivo fino al termine di settembre e oltre. In genere si mangia crudo in insalata o in pinzimonio, ma anche cotto, in minestre, frittate o in aggiunta alla carne.
Ravanelli, valori nutrizionali
I ravanelli forniscono 15 calorie ogni 100 g. Contengono perlopiù acqua e una parte di fibre e carboidrati. Tra le vitamine sono ben rappresentate la C e quelle del gruppo B, ma anche i carotenoidi, mentre tra i sali minerali ricordiamo buone quantità di potassio, sodio, calcio e fosforo, oltre al ferro.
Ravanelli, benefici e controindicazioni
Il ravanello è un ottimo diuretico dalle capacità antifungine, utile a migliorare la digestione. Funziona anche come blando lassativo in grado di combattere la stitichezza. Ha inoltre proprietà depurative, soprattutto a livello renale ed epatico, e serve come sedativo in caso di tosse, bronchiti e affezioni polmonari. Non esistono particolari controindicazioni al suo consumo, anche se è da ridurre in caso di gastrite, gonfiore addominale e colite.