Ricette con Fiorentina di vitellone
La fiorentina di vitellone è uno dei piatti più famosi della cucina toscana: ecco come viene utilizzata e quali sono le sue proprietà nutrizionali.
Fiorentina di vitellone, proprietà principali
La fiorentina di vitellone è uno dei piatti tipici toscani più conosciuti al mondo. È un taglio della schiena del vitellone, con la caratteristica forma a T (detta anche t-bone steak nel mercato anglosassone) e proviene dalla razza chianina. Per definirsi fiorentina, deve essere alta almeno quattro centimetri ed avere un peso non inferiore agli 800 grammi. La particolare marezzatura la rende un po’ più grassa di altri tagli come la costata, ma proprio per questo molto succosa e saporita, e perfetta per essere cucinata alla brace o alla griglia. Lo spessore tipico della fiorentina di vitellone determina una cottura che non può che essere la sangue.
Fiorentina di vitellone, valori nutrizionali
La fiorentina di vitellone presenta un contenuto calorico pari a circa 260 kcal per 100 grammi di prodotto. L’apporto energetico è fornito prevalentemente da proteine e grassi (equamente suddivisi tra saturi e insaturi). Si tratta chiaramente di valori medi: molto influisce l’età dell’animale, la sua alimentazione oltre al suo livello di “grassezza”. Tra i sali minerali troviamo alte concentrazioni di potassio e ferro. Questo minerale è fondamentale per l’organismo: è parte costituente dell’emoglobina, la molecola che consente il trasporto dell’ossigeno di polmoni ai muscoli. Buono anche il contenuto di vitamina PP.
Fiorentina di vitellone, benefici e controindicazioni
La fiorentina di vitellone apporta all’organismo proteine dall’alto valore biologico, fornendo dunque ai muscoli tutti gli amminoacidi essenziali. Per il suo contenuto di ferro è inoltre ottima contro l’anemia. La presenza affatto trascurabile di lipidi e colesterolo la rende un alimento sconsigliato a chi soffre di ipercolesterolemia e ha problemi di sovrappeso. La principale controindicazione della fiorentina di vitellone deriva dal fatto che il suo consumo tradizionale avviene con pezzature di carne intorno al chilogrammo. Considerati i valori energetici per 100 grammi, descritti nel paragrafo precedente, appare evidente come il consumo di questa carne debba assolutamente essere sporadico.