Ricette con Crioli
I crioli non sono altro che un formato di pasta lungo tipico del Molise. Il suo impiego è molteplice e i primi piatti che si possono realizzare sono gustosi e invitanti. Ecco tutti i dettagli
I crioli sono originari del Molise e simili ai maccheroni alla chitarra. La loro particolarità è che vengono tagliati a mano, sono lunghi e a sezione quadrata. Molto apprezzanti ormai anche nel resto dell’Italia, nel tempo hanno subito una serie di rivisitazioni: dalla tradizione all’innovazione.
Crioli, le caratteristiche
Prendono il nome dai lacci delle scarpe dei pastori, le chiochie. La consistenza è ideale per i condimenti molto saporiti come il ragù di carne di pecora e la salsa al pomodoro con il peperoncino. Durante le feste natalizie, sono spesso conditi con il sugo di baccalà e noci tritate, con aglio e peperoncino.
Crioli, i valori nutrizionali
I crioli sono un tipico formato di pasta molisano. In quanto tali, ogni 100 grammi di prodotto, contengono 353 kcal e 1476 kJ. Di queste l’84,8% è composto da carboidrati; il 3,57% da grassi e il 12,35% da proteine. Inoltre contengono 10,80 g di acqua; 4,20 g di zuccheri solubili; 10,90 g di proteine; 2,70 g di fibre e una quantità considerevole di sali minerali. Nello specifico: 4 mg di sodio; 192 mg di potassio; 1,40 mg di ferro; 22 mg di calcio; 189 mg di fosforo; 51 mg di magnesio; 1,15 mg di zinco; 0,32 mg di rame e 2,70 µg di selenio. Le vitamine del gruppo B sono così distribuite: 0,10 mg di B1; 0,20 mg di B2; 2,50 mg di B3. Inoltre ci sono tracce di vitamina E.
Crioli, i benefici e le controindicazioni
La pasta, e quindi anche i crioli, riesce a saziare molto facilmente. La quantità che viene consigliata per un consumo salutare è 80 g a porzione. Le vitamine del gruppo B sono alleate del sistema nervoso. I sali minerali sono maggiori nella versione integrale, ma comunque sono presenti e fanno bene al cervello. Il fatto che ci siano poche quantità di sodio e siano presenti le fibre fa sì che faccia bene anche nella prevenzione alle malattie cardiovascolari. L’amido dà una buona dose di energie a lento rilascio: motore per mente e corpo. Se non condita in maniera troppo elaborata, la pasta è facilmente digeribile, molto dipende dalla ricetta che si intende realizzare.
Le quantità eccessive di pasta fanno ingrassare, sia a pranzo che a cena, ma se la si consuma con criterio le calorie possono essere gestite senza troppe difficoltà. La pasta la sera, poi, secondo alcuni esperti aiuta a contrastare il diabete e l’insonnia. Inoltre, è considerata un antistress perché contiene un’elevata dose di triptofano.
Il consumo di pasta è sconsigliabile quando si assumono determinati farmaci o altre sostanze. Quella fresca e integrale può andare in contrasto con alcuni integratori di ferro perché ne altera l’assorbimento. Le fibre non vanno ingerite se si soffre di diarrea e si tratta di un alimento che non va bene per i celiaci, visto che contiene glutine. Ormai in commercio ci sono valide alternative per non dover rinunciare all’ingrediente principe della dieta mediterranea.