Ricette con Acqua frizzante
L’acqua frizzante non è altro che la versione della minerale con un maggiore contenuto di anidride carbonica. Questo la rende molto gustosa, ma anche non sempre indicata
L’acqua frizzante è caratterizzata da un alto contenuto di anidride carbonica, è grazie a questo elemento che ha determinate particolarità che la rendono così ricercata e apprezzabile. Ecco i pro e i contro del suo consumo.
Acqua frizzante, le caratteristiche
Non sempre l’acqua frizzante è artificiale, anzi: in natura ci sono delle sorgenti dalle quali sgorga direttamente con determinate peculiarità. I pozzi artesiani, per esempio, le conferiscono una effervescenza spontanea. In caso contrario, questa bevanda la si ottiene attraverso il processo di carbonizzazione: con il quale si aggiunge il biossido di carbonio (meglio conosciuto con il termine di anidride carbonica).
Acqua frizzante, i valori nutrizionali
Come l’acqua minerale, anche la frizzante è potabile e priva di calorie. Le bollicine stimolano i recettori del gusto e danno la sensazione di essere maggiormente dissetante, si tratta però di uno stato momentaneo. Va considerata alla stregua di una qualsiasi altra bevanda gasata e, come tale, va consumata con parsimonia: non più di tre o quattro bicchieri al giorno.
Acqua frizzante, i benefici e le controindicazioni
Assunta prima dei pasti dilata le pareti gastriche e riduce l’appetito, durante il pranzo e la cena invece stimola la produzione di succhi gastrici. Migliora la peristalsi e la motilità dell’intestino. Non bisogna esagerare con le quantità perché favorirebbe la perdita di minerali e la comparsa di osteoporosi; le carie ai denti e la perdita dello smalto.
Tra gli effetti collaterali che è bene tenere a mente ci sono la flatulenza, soprattutto in presenza di ernia iatale e incontinenza dello sfintere esofageo inferiore. Fa venire il singhiozzo e la tosse. Aumenta il rischio di alitosi, soprattutto se associata a ingredienti come la cipolla, il pesce azzurro e l’aglio. È da evitare nei soggetti a rischio obesità, gastrite e ulcera. La stessa raccomandazione vale per chi soffre di colite e infiammazione dei diverticoli, disfagia e compromissione delle funzioni motorie (vista l’impossibilità di gestire al meglio tosse e singhiozzo). Infatti, il pericolo è che il cibo possa penetrare nelle vie aeree aumentando la possibilità di imbattersi in polmoniti infettive.